Qui Roma – La Shoah vista dal Mediterraneo
Istituito dieci anni fa presso l’ateneo di Roma Tre, il Master internazionale di II livello in Didattica della Shoah si propone di esplorare e approfondire la conoscenza sulla persecuzione nazifascista, aprendo nuovi spunti di riflessione e facendo dialogare storia, antropologia, sociologia e psicologia. Unico in Italia, il master è diretto dal professore David Meghnagi che oggi ha inaugurato il nuovo anno accademico alla presenza delle istituzioni e degli studenti del liceo Virgilio.
“Il tema scelto per questa edizione – ha spiegato Meghnagi – è ‘L’ombra della Shoah nel Vicino Oriente e nell’Africa Settentrionale nel corso della Seconda guerra mondiale’, una questione poco conosciuta eppure assai rilevante che si lega alle problematiche emerse dalla crisi dei migranti che ha colpito l’Europa. Oltre alla necessità di integrare le persone che arrivano, dobbiamo anche considerare la cultura del paese d’origine e fronteggiare anche il diffuso sentimento antisemita che viene fomentato in alcuni Paesi arabi e che è bene studiare a partire dalla storia”.
A prendere la parola Sandro De Bernardin, a capo della delegazione italiana presso l’International Holocaust Remembrance Alliance: “Inizierò con una citazione di Cicerone che scriveva che ‘la memoria se non viene esercitata diminuisce’. Dobbiamo continuare a ricordare la Shoah per evitare che essa si ripeta e dobbiamo farlo senza retorica. Per quanto riguarda la lotta all’antisemitismo è necessario dare risposte coerenti e coordinate con una strategia univoca. Quello che la Shoah ci insegna è che quando viene minato il diritto di qualcuno, esso mina lo Stato stesso e lede un sistema di garanzia dei diritti che vale per tutti e che prima o poi travolgerà tutti”.
Il Consigliere UCEI con delega alla Cultura Victor Magiar prosegue: “Il Master offre uno studio articolato e su più livelli di un fenomeno che non smetteremo mai di studiare perché i semi del dramma non sono ancora distrutti. Ora ci troviamo di fronte alla sfida dell’integrazione, e la Shoah, pur nella sua unicità, offre parametri valoriali universali”.
“L’argomento trattato quest’anno – aggiunge Amit Zarouk, portavoce dell’Ambasciata d’Israele – è molto importante e lo dico a nome dello Stato d’Israele che rappresento e a titolo personale, visto che mio padre è un ebreo nato in Tunisia e mia madre è originaria dell’Ungheria. Investire sull’educazione e la formazione è un’arma fondamentale per sconfiggere l’intolleranza e la xenofobia”.
“Il tema del master, del quale siamo molto orgogliosi – ha proseguito il rettore di Roma Tre Mario Panizza – centra perfettamente gli obbiettivi che il nostro ateneo si pone: quello di focalizzarci sul Mediterraneo. Proprio per questo ho chiesto al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di far venire qui da noi 30 ragazzi provenienti dalle diverse aree del Mediterraneo per lavorare tutti insieme per un periodo di 5 settimane. Lo stesso Master ha permesso di mettere in contatto studenti e docenti di proveniente diverse: collaborare e conoscere le risorse dell’altro sono alla base del lavoro dell’università”.
D’accordo anche il professore Paolo D’angelo che esalta un’altra caratteristica del Master: “Credo sia di fondamentale importanza il lavoro che si fa per la formazione dei docenti delle scuole che dovranno trasmettere poi la conoscenza di questo complesso periodo storico ai ragazzi”.
(28 gennaio 2016)