Le note che raccontano la Storia

kasam citelli“Toscanini, il Coraggio della musica” è un titolo che ben riassume il senso della serata organizzata il 27 gennaio a Roma, con la Filarmonica Arturo Toscanini guidata dal Maestro Yoel Levi impegnata a riproporre il programma diretto nel 1936 da Arturo Toscanini a Tel Aviv.
Fu lui a dirigere il primo concerto di quella che sarebbe diventata l’Orchestra Filarmonica d’Israele, un gesto dall’enorme valore simbolico che permise alla neonata formazione, composta da musicisti fuggiti dall’Europa in fiamme, di avere sostegno e appoggio e enorme visibilità internazionale.
“Nelle nostre intenzioni i tre Concerti della Memoria sono collegati tra loro da un vero e proprio fil rouge, un percorso ideale che abbiamo scelto per dare un ulteriore significato simbolico al Giorno della Memoria, un senso che vada al di là del singolo appuntamento”.
Lo sottolineano più volte sia Viviana Kasam che Marilena Citelli Francese, le due componenti della squadra – definita da entrambe “perfettamente affiatata” – che quest’anno per la terza volta ha voluto, progettato e organizzato il Concerto della Memoria all’Auditorium Parco della Musica.
Nel 2014 il primo appuntamento, “I violini della speranza”, aveva non solo un grande valore musicale, grazie anche alla presenza dei violinisti Shlomo Mintz e Francesca Dego, ma anche una portata simbolica forte grazie al suono della JuniOrchestra.
La formazione giovanile dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretta dal Maestro Yoel Levi, è composta da ragazzi fra i 14 e i 21 anni, ossia la generazione di coloro che dovranno portare avanti il compito di testimoniare quello che è stato. Veri protagonisti, però, sono stati i violini e il violoncello restaurati dall’israeliano Amnon Weinstein, il liutaio di fama internazionale che da circa vent’anni gira per l’Europa cercando gli strumenti confiscati agli ebrei, e ridando loro la voce. Il secondo appuntamento, lo scorso anno, intitolato “Tutto ciò che mi resta” presentava al pubblico la musica composta nei lager e raccolta dal maestro Francesco Lotoro, con la voce di Ute Lemper e la partecipazione di Francesca Dego, Roby Latakos e Myriam Fuks.
Testimonianza di un oraggioso tentativo di sopravvivenza spirituale, e di umanità, la musica era ciò che rimaneva ai musicisti prigionieri nei campi di concentramento, e spesso tutto ciò che resta di loro.
“È un pensiero che mi ha molto colpito, e l’aver prima fatto suonare gli strumenti, spesso sopravvissuti ai loro proprietari e poi la musica composta nei campi mi è parso un messaggio molto forte, che andava in una direzione positiva. Non è stato facile trovare il concerto giusto per chiudere la serie”.
È venuto allora in soccorso un elemento di cui Kasam parla con grande entusiasmo: “Mi piace lavorare in gruppo, è dal confronto con gli altri che vengono fuori le idee migliori.
Proprio per la definizione del prossimo Concerto della Memoria è stata fondamentale Marilena. Avevo idea di organizzare un concerto imperniato sulla figura di Bronislaw Huberman, il violinista visionario che ebbe la lucidità di capire cosa stava succedendo e riuscì a salvare migliaia di colleghi ebrei, facendoli fuggire dall’Europa per andare a formare quella che sarebbe diventata l’Orchestra Filarmonica d’Israele. Studiando la sua vicenda, con Marilena abbiamo scoperto il ruolo di Arturo Toscanini, il suo impegno etico e antifascista, e ci è parso che riproporre e raccontare quella storia fosse la giusta conclusione della trilogia dedicata a Musica e Memoria”.
È Marilena Citelli a farle eco, spiegando: “La responsabilità dell’umanità, non va dimenticato, è un tema importantissimo. E in un periodo in cui si vedono riemergere preoccupanti sentimenti discriminatori, o i fondamentalismi, vere e proprie disfunzioni del pensiero, credo che un gesto simile vada raccontato”.
Confidenza, fiducia reciproca e un rapporto solido permette loro di lavorare insieme, contando su una sensibilità simile e competenze diverse, che permettono di distinguere i ruoli in maniera naturale.
Convinte entrambe che discriminazioni e razzismi portino a dimenticare l’umanità, hanno deciso di portare avanti il progetto, che è cresciuto anche grazie a quella rete di rapporti che Kasam, sempre pragmatica e ottimista, riesce a costruire intorno a ogni progetto.
“Toscanini ha mostrato al mondo che resistere al male è possibile – spiegano insieme, con parole e frasi che si completano senza sovrapporsi – ed è assolutamente falso che non si poteva fare nulla. Toscanini fece dichiarazioni di fuoco su quello che stava succedendo, e il suo gesto mette a nudo il silenzio enorme di tutti quegli intellettuali e quegli artisti che nonostante tutta la loro arte e il loro impegno non ebbero il coraggio di fare altro che tacere, e girarsi dall’altra parte”.

Ada Treves

da Pagine Ebraiche, febbraio 2016

(28 gennaio 2016)