Parigi, lo show di Rouhani:
“Diritti umani, ci siamo”

rassegna“Erano diciassette anni che un capo di Stato iraniano non veniva in Francia” ha ricordato il presidente francese Hollande accogliendo il leader sciita Rouhani a Parigi e annunciando contestualmente l’impegno per “riportare il livello di cooperazione bilaterale all’altezza del potenziale e della storia dei due Paesi”. Rouhani ha detto invece che è necessario “andare oltre gli antichi rancori per scrivere una nuova pagina nelle relazioni tra la Francia e l’Iran”. Sollecitato dal suo interlocutore, Rouhani ha inoltre risposto che “per l’Iran i diritti umani contano molto”. Affermazioni curiose, anche alla luce dei numeri raccolti da Amnesty International, oggi riportati dal Sole 24 Ore: l’Iran sarebbe infatti il secondo Paese al mondo, dietro alla Cina, per numero di condanne a morte eseguite: mille solo nel 2015, in gran parte legate ai traffici di droga ma anche decise per atti ostili verso Dio, oltraggio al Profeta e omosessualità.

Panico a Euro Disney, dove un 28enne islamico (incensurato e con nazionalità francese) è stato fermato con due pistole in valigia, oltre a una copia del Corano. “Mi servivano soltanto per difendermi” ha detto l’uomo subito dopo l’arresto. Una strana vicenda, che non fa altro che alimentare il clima di terrore e di sospetto latente che si respira a Parigi (la Stampa).

Il regista Claude Lanzmann interviene in difesa di Salafistes, documentario che racconta con estrema crudezza l’ideologia e la violenza dei salafiti del Sahel e la loro aspirazione al martirio. A suscitare perplessità è l’intervento del governo francese, che ha limitato la visione dell’opera. “Mani amputate per obbedire alla sharia, un altro uomo viene decapitato. Bisogna saperlo. Quella gente taglia le mani, ma come? Senza anestesia, ovviamente. Non è un colpo netto, usano un coltello che è come una sega, perché ci sono delle ossa, è difficile. E anche quando tagliano la testa è complicato. Trovo che sia qualcosa di una crudeltà, di una barbarie indicibile. Perché non si dovrebbe mostrarlo, se è la verità? Ed è la verità” dice Lanzmann al Corriere.

II filosofo francese Alain Finkielkraut tra gli “immortali” di Francia. L’intellettuale fa il suo ingresso all’Academie Française occupando la poltrona dello scrittore belga Felicien Marceau, scomparso nel 2012. Figlio di due sopravvissuti ad Auschwitz, Finkielkraut ha tessuto l’elogio del suo predecessore, come prevede il cerimoniale. Un elogio “scomodo”, spiega la Stampa, visto che Marceau fu in gioventù collaboratore dei nazisti.

ll prefetto di Roma ha nominato Narciso Mostarda commissario per la straordinaria e temporanea gestione dell’Ospedale Israelitico. Psichiatra originario di Frosinone, Mostarda è già direttore dei servizi sanitari dell’Asl frusinate e assumerà le funzioni di commissario da oggi stesso. Alla sua scelta si è arrivati dopo la rinuncia all’incarico, per motivi personali, del magistrato Massimo Russo. Nelle stesse ore, come riporta in breve Repubblica, il Tar ha raccolto l’istanza dell’ospedale “contro l’inerzia della Regione”, dando così il proprio via libera alla riapertura delle sedi di via Fulda e via Veronese.

“Schengen è finito”. Torna ad alzare la voce Marine Le Pen, leader del Fronte nazionale francese, ospite ieri del convegno delle destre populiste d’Europa organizzato a Milano dalla Lega Nord. L’eterogeneità e il diverso peso elettorale dei gruppi presenti sono raccontati dalla Stampa.

Duecento i siti che in Italia inciterebbero all’odio antiebraico. Il dato emerge dal rapporto nazionale sull’antisemitismo presentato ieri alla Casa della Cultura di via Borgogna, a Milano, dal Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec). Una cronaca dell’evento sul Giorno, dove ad essere riportate sono le valutazioni dei ricercatori Betti Guetta e Stefano Gatti e del consigliere comunitario Davide Romano.

“Altro che le nostre polemiche da cortile su canti natalizi, presepi e via dicendo. La questione della religione a scuola, ovvero l’unico reale e valido terreno di integrazione e insegnamento alla convivenza, va affrontata dall’Europa tutta insieme, e va affrontata in fretta con analisi e conseguenti strategie comuni”. Così Stefano Jesurum nella sua rubrica mensile sul Corriere Sette.

Trecento ulema riuniti in Marocco per discutere di minoranze religiose. “Non si può che incoraggiare chi ha deciso di organizzare la conferenza di Marrakech. Le parole chiare pronunciate dagli ulema sul terrorismo, definito ‘una patologia dell’Islam’, sarebbero da incorniciare per coraggio e lucidità” scrive Zouhir Louassini sull’Osservatore Romano.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(29 gennaio 2016)