Informazione – International Edition
Gorizia, ebraismo e frontiere

Schermata 2016-02-01 alle 14.49.33La nuova uscita di Pagine Ebraiche International Edition si apre raccontando una storia di confine: quella dell’incontro, sulla frontiera tra Italia e Slovenia, fra il presidente della Fondazione Beni culturali ebraici in Italia Dario Disegni, il sindaco della città italiana di Gorizia Ettore Romoli e il sindaco della città slovena di Nova Gorica Matej Arcon. A Valdirose, i tre hanno discusso un progetto di ripristino e valorizzazione dei luoghi ebraici per restituire loro l’integrità sottratta alla Gorizia ebraica dalla storia e dalla Guerra fredda. Al confronto, organizzato dalla redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, hanno partecipato anche il delegato del Consiglio della Comunità ebraica di Trieste Livio Vasieri e l’architetto Andrea Morpurgo, componente del Consiglio della Fbcei, docente di urbanistica all’Università di Madrid e autore di un recente studio sui cimiteri ebraici in Italia.
Inaugurato a Bologna il Memoriale della Shoah “nato dall’impegno congiunto delle istituzioni per far sì che vi sia una Memoria viva”, come ha sottolineato Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna che ha promosso il progetto con il supporto, tra gli altri, dell’UCEI, della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, del Comune, dell’Ordine degli Architetti e delle Ferrovie dello Stato.
E a spiegare come la capacità di andare oltre il Ghetto caratterizzi l’intera storia ebraica è il rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout, in attesa dell’inaugurazione delle iniziative per il cinquecentenario dell’istituzione del Ghetto.
Per il pubblico internazionale di Pagine Ebraiche, anche la ricostruzione della conferenza stampa del presidente iraniano Hassan Rouhani a Roma, dove l’unico giornalista che ha voluto porre al leader di Teheran una domanda sulla situazione dei diritti umani nel paese è stato il redattore UCEI Adam Smulevich.
Il Times of Israel pone delle domande sull’efficacia del Giorno della Memoria partendo dai risultati del sondaggio realizzato dalla società SWG con la collaborazione di Pagine Ebraiche.
Parte dalla Parashah di Yithrò, la porzione di Torah settimanale letta lo scorso sabato, la riflessione del docente dell’Università di Bar Ilan Yaakov Mascetti, che si sofferma sulla differenza tra narrazione ed esperienza di eventi vissuti in prima persona.
Nella sezione Bechol Lashon debutta questa settimana l’Yiddish: il fascino della storia ebraica italiana emerge in un articolo pubblicato originariamente sul Forward che racconta di una vacanza a Padova.
“L’inefficiente secolarismo d’Europa” è il titolo del commento apparso negli scorsi giorni sul Wall Street Journal di cui dà conto Daniela Gross nella rubrica Italics. “L’idea è che buttando fuori la religione dalla pubblica piazza, si rimuova dalla vita pubblica la tensione religiosa che nei secoli passati ha alimentato conflitti devastanti”. Un’idea lontana dalla realtà, che vede, in molte città europee, una situazione in cui un ebreo non può girare al sicuro con una kippah in testa, viene sottolineato.
Nel suo spazio It Happened Tomorrow infine, il direttore della redazione UCEI Guido Vitale riporta le riflessioni di Salomon Korn, membro del Consiglio centrale degli ebrei in Germania.
“Bisogna distinguere tra realtà e realtà mediatica. La nostra percezione è fortemente influenzata da ciò che viene mostrato dai media. Il fatto che lo stato d’animo è cambiato nel paese, non può essere trascurato. D’altra parte aiuta guardare ai fatti. Più di un milione di profughi sono arrivati in Germania, che resta però la patria di oltre 80 milioni di persone. Un gruppo a Colonia è protagonista di fatti terribili, ma quasi tutti i profughi trovano quanto accaduto aberrante. O ancora: c’è una quota stabile del 20/25 per cento di persone in Germania che nutrono sentimenti antisemiti. Ma la maggior parte la pensa altrimenti. La realtà è complessa”.

Rossella Tercatin

(1 febbraio 2016)