Muro del Pianto,
sì alle donne

rassegna“Muro del Pianto, vincono le donne”. Così titola Repubblica nel dare notizia del via libera giunto ieri all’istituzione di una zona mista dove uomini e donne possano pregare insieme. La notizia è così spiegata dal quotidiano: “La decisione voluta da Netanyahu e approvata con 15 voti a favore e 5 contrari rappresenta una vittoria della corrente più progressista e più seguita dell’ebraismo americano, il ‘Reform and Conservative Judaism’, e soprattutto di un gruppo di donne, le Donne del Muro, che hanno condotto una battaglia più che ventennale contro la rigida segregazione imposta dalle autorità del Rabbinato”. Anche la Stampa parla di “vittoria dell’ebraismo riformato sull’ortodossia conservatrice”. 
Passa invece nell’indifferenza generale l’attacco a colpi d’arma da fuoco di un ufficiale di polizia palestinese a tre soldati israeliani.

È l’italiano Pietro Scarnera a vincere al Festival internazionale del fumetto di Angoulême il “Prix Révélation” con il graphic novel Una stella tranquilla, ritratto sentimentale di Primo Levi, pubblicato in Francia dalle edizioni Rackham. Recentemente Scarnerà aveva raccontato a Pagine Ebraiche come il volume, uscito in Italia per Comma 22, fosse stato anche una scusa per poter dedicare tempo alla sua città. Su questi temi torna oggi la redattrice UCEI Ada Treves in un pezzo per la Stampa in cui si ricorda l’importante contributo di inquadramento dell’opera scritto dalla storica Anna Bravo per il giornale dell’ebraismo italiano.

Il terrorismo islamico insanguina anche questo fine settimana. Due incursioni parallele, una in Nigeria e l’altra in Ciad, quasi cento morti che portano ancora la firma del gruppo fondamentalista Boko Haram. L’altra notte i jihadisti hanno attaccato il villaggio nigeriano di Dalori: quattro ore di strage, racconta il Corriere, “freddamente pianificata ed eseguita”.

Due esplosioni, forse tre, in rapida successione alle 11.30 di ieri mattina a Damasco. Almeno sessanta i morti — in parte soldati e in parte civili — ma il numero potrebbe aumentare perché tanti dei feriti sono gravi. Questo il bilancio dell’azione compiuta dall’Isis in un santuario sciite nei sobborghi di Damasco. Si tratta dei luoghi più sacri agli sciiti – spiega il Corriere – “poiché vi sorge il santuario che custodisce la tomba di una delle nipoti di Maometto nonché figlia di Ali, considerato da loro il legittimo successore del Profeta”.

In programma domani a Roma il vertice ministeriale del cosiddetto “Small group”, cioè i paesi maggiormente impegnati nella coalizione globale contro l’Isis. Il vertice sarà presieduto dal ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni e dal segretario di Stato Usa John Kerry. La tappa romana “è molto importante e rafforza, anche sotto il profilo dell’immagine, il ruolo dell’Italia” (La Stampa).

E stato inaugurato ieri a Trieste il nuovo allestimento del Museo della Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio in territorio italiano. La realizzazione della nuova sala, sottolinea Repubblica, è stata resa possibile grazie a un finanziamento da parte della presidenza del Consiglio e della Fondazione Casali.

In un’intervista radiofonica, la leader del partito anti immigrati Alternative für Deutschland (AfD) ha detto che le guardie di confine tedesche “devono prevenire l’attraversamento illegale delle frontiere e se necessario usare anche armi da fuoco”. Parole che hanno provocato reazioni forti nella politica e nell’opinione pubblica. Il vicecancelliere e leader dei socialdemocratici Sigmar Gabriel ha detto al quotidiano Bild che i dirigenti dell’AfD non dovrebbero essere ammessi a parlare nelle radio pubbliche. Piuttosto di loro dovrebbero occuparsi “i servizi di sicurezza” (Corriere).

Ancora ignote le generalità degli autori della svastica disegnata sulla torre medievale di piazza San Martino ai Monti a Roma. A denunciare lo sfregio il consigliere del primo municipio Nathalie Naim: “Ho inviato la segnalazione al nucleo decoro della polizia locale e alla soprintendenza” (Messaggero). 

Sull’Opinione Lisa Billig riflette sulle recenti missioni diplomatiche in Europa del leader iraniano Hassan Rouhani. “A quanto pare – scrive l’esponente dell’American Jewish Committee – l’adagio di Machiavelli è stato applicato anche alle rinnovate relazioni diplomatiche tra l’Iran e l’Italia, l’Unione europea ed il Vaticano. Si scommette sull’Iran come il Paese islamico che può portare pace e prosperità nel Mediterraneo. In una strana visione dell’antico, pragmatico concetto della Realpolitik” l’Iran è ormai considerato da molti in grado di ‘contribuire positivamente alla sicurezza regionale e internazionale’ (come ha detto Federica Mogherini, diplomatico italiano e Alto rappresentante Ue per la politica estera); mentre in Vaticano si afferma che l’Iran può ‘giocare un ruolo importante insieme ad altri paesi della regione, nel promuovere soluzioni politiche ai problemi del Medio Oriente’”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(1 febbraio 2016)