Usa, Obama incontra Mattarella e tende la mano sui migranti
“L’immigrazione è un problema globale che dobbiamo affrontare insieme”. Così il presidente Usa Barack Obama al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella nel corso del vertice tra i due, tenutosi nelle scorse ore a Washington. Una mano tesa sul fronte dell’emergenza profughi, sottolinea il Corriere della Sera, che ha colto di sorpresa lo stesso Mattarella e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Si tratta di un’idea embroniale con gli Stati Uniti impegnati a mettere a disposizione asset militari per i soccorsi in mare dei migranti. Per contro Obama ha chiesto a Mattarella e all’Italia un “maggiore sforzo in Iraq e in Siria”. Sulla Libia, la Casa Bianca ha invece promesso alla diplomazia italiana di non portare nessuna offensiva senza prima la creazione di un governo di unità nazionale (La Stampa).
I rapporti tra Israele e Unione Europea. Ricostruire le relazioni tra Gerusalemme e Bruxelles. È l’obiettivo di Aviv Shiron, vice degli Affari europei al ministero degli Esteri di Israele, intervistato dal Foglio. “L’Europa vuole negoziati diretti tra israeliani e palestinesi, continua a dire di volerli. Ma poi decide in anticipo qual è la linea di demarcazione territoriale”, sottolinea Shiron sul fronte dei colloqui di pace. “L’Europa ha già deciso la divisione del territorio e poi noi dovremmo negoziare direttamente con i palestinesi?”, l’interrogativo del diplomatico.
Merkel sfida Putin. Sul fronte mediorientale, prende posizione la Germania e attacca la Russia per il suo intervento in Siria. La cancelliera Merkel si dice “sconvolta dai raid russi” su Aleppo e vola ad Ankara per parlare della situazione migranti. La Turchia è infatti uno snodo centrale sul fronte dell’emergenza profughi. Merkel, incontrando il presidente turco Erdogan, ha promesso il proprio sostegno in campo europeo per un possibile aumento degli aiuti economici – tre miliardi sono già stati stanziati – ad Ankara sulla gestione dei migranti (Repubblica).
Shylock is my name. Sul Foglio, una recensione sull’opera di Howard Jacobson, Shylock is my name, rivisitazione del Mercante di Venezia di Shakespeare. Il titolo, scrive il Foglio, non implica “un’appropriazione indebita alla #jesuishylock, né un’identificazione confusa e piatta né una rivendicazione di ebraicità da parte di un ebreo chiamato a riscrivere un classico dell’antisemitismo che, francamente, ai tempi della scuola non sopportava affatto”.
Israele e Wojtyla. Jean-Paul II et le mystère d’Israël è il titolo del libro di Jean Stern, presentato sull’Osservatore Romano. Secondo il quotidiano si tratta di un lavoro che descriva una “precisa teologia di Giovanni Paolo II su Israele”.
L’ignoranza dei boicottatori. “Penso che queste iniziative di boicottaggio siano un misto di opportunismo e ignoranza”, così Gabriella Steindler, Fulbright Scholar a Berkeley e già docente all’Orientale di Napoli, descrive al Foglio l’iniziativa di alcuni docenti italiani di boicottare il mondo accademico israeliano. “I cristiani vengono massacrati in Siria e Iraq, le loro chiese distrutte, eppure non dicono nulla su questo. Forse cercano visibilità questi professori antisraeliani?”, si chiede Steindler.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(9 febbraio 2016)