Qui Roma – Il secolo dominato dal terrore

Schermata 02-2457429 alle 11.31.48Il Novecento è stato il secolo dove la violenza dell’uomo contro l’uomo ha raggiunto il suo apice, dove gli Stati hanno perpetrato azioni criminali e gruppi sociali hanno conosciuto sospensioni di diritti, persecuzioni, isolamento, deportazioni e migrazioni forzate.
Se ognuno degli avvenimenti ha una sua unicità e irripetibilità indiscutibile, allo stesso tempo si possono rintracciare in essi alcuni punti in comune e rispondenze. Proprio su queste connessioni si è concentrato Claudio Vercelli nel suo nuovo libro Il dominio del terrore (Salerno editore) presentato ieri al Centro ebraico Il Pitigliani in collaborazione con l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti.
A confrontarsi con l’autore, le storiche Anna Foa e Lucetta Scaraffia, moderate dalla giornalista e scrittrice Franca Giansoldati.
Giansoldati ha introdotto: “Questo libro offre l’opportunità di riflettere su una domanda molto scomoda, forte come un pugno nello stomaco. Vercelli è andato alla ricerca dei punti di contatto tra le migrazioni forzate e i genocidi che hanno macchiato gli ultimi 150 anni e che ci portano fino a tragedie umanitarie come quelle che si stanno consumando in Siria”.
“Nel volume – prende la parola Foa – si supera il dogma dell’unicità dei genocidi attraverso il confronto tra le diverse unicità. Ed è ammirabile che Vercelli abbia posto sul tavolo una domanda del genere in un periodo nel quale vige ancora questo dogma che impedisce di affrontare in tutta la sua complessità il Novecento. Sarebbe interessante poi spingersi oltre e per ognuno di questi casi evidenziare dove si sono costruiti campi di concentramento e dove no. Sarebbe auspicabile anche approfondire situazioni come quelli del Ruanda e Bosnia dove si è ancora in una situazione aperta”. “L’appunto – conclude la storica – che mi sento di fare è poi questo: nel libro c’è un riferimento a Guantanamo che non mi ha convinta. Quando parliamo di genocidi dobbiamo fare una specifica: Guantanamo è stata una vergogna per l’Occidente ma è ben lontano dall’essere un genocidio. Un punto controverso su cui occorre fare chiarezza per non fornire spazio a chi cerca di fare paragoni impossibili: penso a chi accosta il conflitto israelo-palestinese alla Shoah”.
“L’idea sulla quale è sviluppato il lavoro di Vercelli – aggiunge Lucetta Scaraffia – mi sembra ambiziosa e molto coraggiosa, finalizzata alla trasmissione della memoria e alla comparazione. Ho però delle riserve sulla parte dedicata ai gulag sovietici dove mi sembra riduttivo il legame a doppio filo con Stalin; non dobbiamo dimenticarci che il primo gulag è stato voluto da Lenin e che questo modello è andato avanti ancora dopo Stalin. Quando poi si affronta il tema della persecuzione nazista contro gli ebrei si parla di darwinismo sociale, ma penso che la matrice ideologica vada ritrovata piuttosto nell’eugenetica secondo la quale si volevano ‘depurare’ le popolazioni da chi avrebbe potuto ‘rovinare’ la razza”.
A rispondere, l’autore Claudio Vercelli: “Il mio non è un manuale di storia – spiega – ma un libro indirizzato ad un lettore generalista o più tecnico e non assurge a racchiudere tutto il Secolo ma solo uno degli aspetti del Novecento. Dietro il mio lavoro si vuole rivelare una certa incongruenza che ancora si registra: come è possibile per esempio che in questo Paese si commemori con così tanta solerzia il Giorno della Memoria e negli stessi giorni si riceva un capo di Stato (il presidente iraniano Hassan Rouhani, ndr) che abbraccia una dottrina molto vicina alle teorie negazioniste?”. “Il lager e i gulag – prosegue Vercelli – sono temi difficili che presentano delle loro specificità e dei quali non bisogna assolutamente stilare una gerarchia di dolore. Il fulcro di questo libro è evidenziare la violenza perpetrata dallo Stato, segnalare le situazioni nelle quali gli Stati applicano una sospensione dei diritti diretta ad uno specifico gruppo sociale o etnia, nelle quali si opera una sorta di disintegrazione selettiva”.
Grazia Di Veroli dell’Aned conclude mettendo l’accento sul carattere educativo del volume di Vercelli: “Questo è un nuovo modo di presentare i genocidi del Novecento, mettendo in rilievo i punti in comune, e credo fermamente che aiuterà i ragazzi delle scuole a capire ed andare più in profondità tra le pagine nere della Storia”.

r.s twitter @rsilveramoked

(10 febbraio 2016)