Le scommesse online viaggiano con software israeliano

aviram levy 2Cosa accomuna gli imprenditori miliardari israeliani Teddy Sagi e Avi Shaked? Il fatto che le “software house” da loro fondate sono leader mondiali nel settore delle scommesse e dei giochi d’azzardo online: il primo dei due, che oggi ha appena 42 anni, ha fondato la Playtech, che nel 2006 è stata quotata alla borsa di Londra con una valutazione di 550 milioni di sterline; Avi Shaked, che si definisce “miliardario socialista” per il suo impegno politico a favore del fronte pacifista israeliano (è tra gli animatori della “Iniziativa di Ginevra”, che da anni si batte a favore di un accordo di pace israelo-palestinese basato su un compromesso territoriale), è stato il fondatore della società 888, quotata sempre a Londra nel 2006 per un valore di 700 milioni di sterline. Queste due società non gestiscono direttamente siti di scommesse bensì forniscono il software ai colossi delle scommesse online, come il gigante britannico William Hill, playtech in borsache tra l’altro è un importante operatore nelle scommesse sulle partite di calcio anche in Italia. Quali sono i fattori di successo che hanno consentito proprio ad aziende di software israeliane di acquisire questa leadership? In primo luogo le case di software israeliane eccellono nella produzione di software che passano al setaccio ed elaborano grossi volumi di dati (nell’ordine di milioni e milioni), nel caso specifico quelli riguardanti i comportamenti e le preferenze degli scommettitori, dati che vengono studiati e analizzati per fornire ai clienti prodotti “su misura” e per fidelizzarli. Questa specializzazione nell’analisi di milioni di dati è una “ricaduta” delle applicazioni militari, che come spesso avviene vengono apprese dai giovani israeliani durante la leva e poi utilizzati in campo civile. In secondo luogo, gli imprenditori israeliani sono stati gli unici a essersi assunti il rischio di investire nel software per le scommesse online fin dalla fine degli anni ’90, quando c’era una elevata incertezza circa la normativa che avrebbe regolato il settore delle scommesse e nei paesi occidentali non era escluso che sarebbe stato imposto un divieto generalizzato a svolgere questa attività, divieto che poi non è arrivato; anche questa elevata “propensione al rischio d’impresa” è tipica degli imprenditori israeliani più che in altri paesi. Come è noto il business delle scommesse e del gioco d’azzardo è in forte espansione nelle economie sviluppate. Quasi tutti gli Stati occidentali gestiscono direttamente queste attività, sia quelle tradizionali sia quelle online, oppure le tassano: giochi e scommesse come il totocalcio , il lotto, le lotterie, i gratta e vinci, le scommesse sui cavalli, le slot machines e quant’altro. Rispetto ai problemi etici prevalgono altre considerazioni: da un lato questa “tassa sui poveri” (tale è considerato il business delle scommesse e dei giochi, perché sono tipicamente i percettori di redditi bassi o i disoccupati a spendere di più) consente agli Stati di aumentare le entrate in tempi di gettito calante (l’Italia è tra gli Stati più attivi e il gettito annuo per il Fisco è di parecchi miliardi di euro), dall’altro lato si ritiene che un divieto avrebbe solo l’effetto di spingere il business nelle mani della malavita organizzata.

Aviram Levy

(14 febbraio 2016)