Eilat città in crisi, le scommesse per il rilancio
Bagnata dal Mar Rosso, nella punta più a sud di Israele sorge Eilat, una città costruita sul turismo. Una città che negli ultimi anni è sprofondata gradualmente in una crisi economica dovuta proprio alla mancanza di turisti. Stando ai dati del 2014, l’economia locale si basava per l’80 per cento su questo settore. Nello stesso anno, le statistiche del Central Bureau of Statistics (CBS) e della Israele Hotel Association (IHA) parlavano di un calo del 26 per cento di visitatori in luglio (alta stagione) rispetto all’anno precedente. Una contrazione in parte connessa al conflitto a Gaza tra Israele e i terroristi di Hamas (luglio-agosto 2014), ma un calo sarà poi registrato anche qualche mese dopo, a novembre con il 51 per cento in meno di arrivi rispetto all’anno precedente. Una crisi preoccupante per l’economia locale che il governo, e in particolare il Premier Benjamin Netanyahu, vorrebbe rilanciare con una proposta che ha già raccolto molte critiche: l’apertura di un casinò in città.
Si tratterebbe del primo casinò legale del Paese e il progetto sarebbe di far sorgere nella città costiera una Las Vegas del Mar Rosso. Ma l’idea di legalizzare il gioco d’azzardo trova diverse opposizioni, tra cui i partiti religiosi, da sempre contrari a questa possibilità. “Vogliamo creare una società di illusioni? Una società di soldi facili?”, l’interrogativo del rabbino David Stav, presidente dell’organizzazione Tzohar, critico rispetto all’idea di un casinò ma più aperto nei confronti di giochi, già ampiamente diffusi nel Paese, come il Toto (la versione israeliana del superenalotto). “È inconcepibile che una persona possa spendere decine di migliaia di shekel nel gioco d’azzardo. La gente spende il proprio stipendio in illusioni e poi perde tutto”, il commento di rav Stav. Gli israeliani possono scommettere su alcune attività ma dal 1990, quando per la prima volta Netanyahu sostenne il progetto allora messo sul tavolo dal magnate del gioco d’azzardo americano Sheldon Adelson (amico e tra i finanziatori del leader del Likud), il blocco sulla realizzazione di un casinò vero e proprio ha resistito. Non che non vi siano versioni illegali di case da gioco: l’estate scorsa le autorità avevano scoperto una bisca clandestina organizzata all’interno di un rifugio anti-missile ed è noto come diverse navi salpino proprio da Eilat per dirigersi verso le acque internazionali, dove gli israeliani possono scommettere senza violare la legge. Altra alternativa, oggi meno percorsa a causa delle instabilità dell’area, era di attraversare il confine per visitare i casinò degli alberghi delle località del Mar Rosso egiziano.
Secondo Netanyahu, che ha escluso che Adelson sia connesso in qualche modo al progetto, il casinò “potrà salvare la vita di Eilat”. Secondo fonti ministeriali negli ultimi cinque anni la città ha visto ridursi del 40 per cento i ricavi provenienti dal settore turistico. Di contro il gioco d’azzardo illegale in Israele è un settore che è cresciuto ed è stato stimato che il suo valore ammonta attorno ai 13 miliardi di shekel. L’idea dunque del governo è di sfruttare quello che negli Stati Uniti è il motto dell’American Gaming Association: “Quando il gioco cresce, l’America vince”. Tradotto, nelle casse federali americane, grazie alle imposte sul gioco d’azzardo, sono confluiti nel 2014 38 miliardi di dollari. In quella che è una vera e propria industria, secondo i dati dell’American Gaming Association, hanno trovato lavoro 1,7 milioni di persone.
Aumentare gli introiti fiscali, incentivare il turismo e creare occupazione sono i benefici che il “progetto Eilat” del governo può portare alla città e a Israele, scrive Yedioth Ahronoth. D’altra parte il rischio è sul fronte sociale, spiega il quotidiano, con il pericolo di portare alla rovina le persone dipendenti dal gioco. “Stiamo assistendo a un aumento del numero di individui che ricevono trattamenti per la dipendenza da gioco, e non c’è dubbio che la costruzione di un casinò ne aumenterà il numero”, la denuncia del ministro della Salute Haim Katz, uomo del Likud contrario alla creazione del casinò.
Daniel Reichel
(21 febbraio 2016)