Umberto Eco (1932-2016)
“Gli ebrei sono i depositari della civiltà del libro e della cultura e anche se non sono più i tempi dei Rotschild, se molte differenze nella società contemporanea sono meno marcate, resta la loro impronta. Per questo sarebbe difficile per gli imbecilli trovare un nemico migliore. Il nemico serve a chi soffre di un’identità debole e un malinteso spirito di gruppo o un malinteso patriottismo sono spesso, purtroppo, l’ultimo rifugio delle canaglie”.
Così interveniva Umberto Eco nell’ampia intervista rilasciata al direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale alla vigilia della pubblicazione de “Il cimitero di Praga”, il recente romanzo che il grande semiologo piemontese ha voluto dedicare, smascherandone le trame, ai falsari dell’odio e dell’antisemitismo.
“Con la scomparsa di Umberto Eco – commenta Vitale – la cultura italiana non perde solo una delle sue voci più autorevoli, ma anche un giudice lucido e intransigente. La sua denuncia della prepotenza degli imbecilli, della volgarità e dell’intolleranza dilaganti sui territori della demenza digitale, dell’uso distorto del web e del social network, del giornalismo servile, continuerà a lungo a farci da guida. Il suo lavoro resta un punto di riferimento per tutte le minoranze culturali e religiose che possono trovare tutela solo nei valori di una società aperta”.
Berlino, il trionfo di Rosi. Gianfranco Rosi vince l’Orso d’oro a Berlino con “Fuocoammare”, drammatica pellicola che racconta l’odissea dei rifugiati nell’isola di Lampedusa. Spiega il regista a Repubblica, rispondendo all’accusa formulata da alcuni di “pornografia” dell’orrore: “Non avrei mai voluto raccontare i morti, né li ho cercati. La tragedia del barcone mi è arrivata addosso e non ho avuto scelta. Mi sono trovato di fronte a quelle immagini e sarei stato ipocrita a non usarle”. A spingerlo il comandante della nave, che gli avrebbe detto: “Devi andare sotto la stiva e filmare”. Dice Rosi: “Sarebbe come trovarsi davanti alle camere a gas dell’Olocausto e censurarsi perché le immagini sono troppo forti. II film è un viaggio emotivo verso quelle immagini necessarie. Nulla è gratuito, nessuno è manipolato”.
A La Stampa il regista dice: “Se l’Europa non riesce a fare i conti con questa vicenda internazionale, allora crolla tutto. Non può succedere che le persone continuino a morire in mare scappando da una tragedia. Sarebbe già tanto se il film servisse a creare consapevolezza”.
Le braccia del libero scambio. Dal cinema alla cronaca il passo è breve. Su Repubblica una cronaca della manifestazione di protesta contro le nuove misure restrittive sull’immigrazione del governo austriaco svoltasi ieri al Brennero: “La Lampedusa del Nord, come la chiamano enfaticamente i leghisti, gli unici a favore del filo spinato austriaco, è sotto assedio. Ma oggi a ‘incatenare’ il confine del Brennero sono le braccia della solidarietà, dell’accoglienza, del libero scambio: seicento braccia – 300 persone – a formare una catena umana al confine tra Italia e Austria per dire no alla ‘stretta’ di Vienna”.
Il ministro: maternita surrogata sia reato. “O si provvede allo stralcio o si trasforma la pratica della maternità surrogata in reato universale”. È quanto afferma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in una intervista al Mattino. “La mia proposta – spiega – non si applica ovviamente ai casi pregressi. I bambini già nati da maternità surrogata sono al sicuro. Ma è tuttavia importante impedire abusi in futuro. Occorre perciò vietare l’adozione al partner del genitore biologico che si rende complice del ricorso all’utero in affitto”.
L’appello di Cerno. “Gli omosessuali non paghino le tasse finché lo Stato non riconoscerà loro il diritto di esistere. La Costituzione afferma che ogni cittadino è uguale davanti alla legge, ma senza una legge del Parlamento milioni di omosessuali non sono veri cittadini. Quindi non esistono. Siamo zombie del diritto”. Così il direttore del Messaggero Veneto Tommaso Cerno su Repubblica.
Unioni civili, la risposta di Renzi. Oggi l’assemblea nazionale del Pd. Per il Corriere il premier Renzi si sarebbe preparato a ‘modo suo’: “Qualche appunto, diverse idee in testa. E una risposta sulle unioni civili, ovviamente, anche se questo tema non sarà certo il fulcro del suo discorso”.
Torino, il sogno dei giovani musulmani. Venticinque ragazzi, tutti tra i 18 e i 23 anni. Di origini marocchine e tunisine, ma nati in Italia. Ieri mattina hanno visitato la caserma Cernaia, sede del comando provinciale di Torino. “Dopo tre ore, prima di uscire, molti di loro immaginavano già di diventare carabinieri” (La Stampa Torino).
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(21 febbraio 2016)