La voce dal sen fuggita
C’è quella frase di Guido Bertolaso: “Io mi metto sempre dalla parte dei più deboli, e i rom sono una categoria che è stata vessata e penalizzata”. E poi c’è, inesorabile, la catena di reazioni e smentite: Matteo Salvini sconfessa il suo (presunto) candidato romano, gli esponenti della destra-destra si producono in virilismo e indignazione, il diretto interessato precisa, rettifica, assicura. Fa riferimento alla legalità e racconta della sua esperienza africana parlando dei minori rom che non vanno a scuola e si dedicano al borseggio.
In questo tourbillon si può leggere il degrado del dibattito pubblico e della politica italiana; si possono scorgere i detriti di trasmissioni televisive che da anni insistono sulla paura; si sintetizza ovviamente il fallimento di tante amministrazioni locali che non hanno saputo rispondere all’esigenza di legalità e sicurezza dei cittadini.
Eppure, a me quella frase ha fatto piacere. Non voterò Guido Bertolaso, ma sono contento di quella voce dal sen fuggita, immediatamente repressa da altri e da lui medesimo. Spero che rappresenti la sensibilità dell’uomo. Che possa esistere una personalità della destra – con successi ed errori macroscopici nella sua faretra – la cui risposta d’istinto sui rom ricordi la tradizione sociale della città di Roma e non quella roboante e artificiosa dei talk show. Non credo che il mio elogio abbia una qualche importanza per lui, ma penso che se lo meriti.
E se a destra ci fosse una classe dirigente un filino meglio di quella interpretata da Salvini, saremmo certamente un paese migliore.
Ps: non mi sono rincitrullito tutto di un botto, ma è colpa mia se oggi pure Silvio Berlusconi ha annunciato di voler diventare vegetariano?
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas twitter @tobiazevi
(23 febbraio 2016)