Time Out – L’aggressione
L’aggressione al professor Angelo Panebianco per le sue idee sul conflitto in Libia è un campanello d’allarme. Non è il primo, però. Come non trovare un filo rosso che lega all’intolleranza nei confronti del politologo al boicottaggio delle università israeliane? Non tanto per la vicinanza di certe posizioni, ma per l’incapacità in ogni caso di saper reagire con forza e decisione a certi atteggiamenti. Non basta più solo indignarsi, perché diventa inaccettabile che degli studenti si arroghino il diritto di vietare a un professore di tenere un corso o che professori firmino appelli per boicottare le realtà accademiche di un altro paese. Sono sempre gli stessi a protestare, ma non c’è una reazione risentita che produca degli effetti. Gli unici a pagarne le conseguenze sono gli studenti per bene, i molti che non hanno la possibilità di lasciare l’Italia per studiare all’estero e che sono costretti a vivere in luoghi che invece di abituarli al confronto impediscono di esprimere liberamente espressioni diverse da quelle convenzionate. Tutte cose che sappiamo già, basta non lamentarsi se poi le cose vanno male, perché è proprio in quelle aule che iniziano i veri problemi di questo paese.
Daniel Funaro
(25 febbraio 2016)