Caccia ai nazisti in fuga
Tra le varie mete scelte dai carnefici di Hitler in fuga dall’Europa alla fine della Seconda guerra mondiale ci fu anche l’Australia. Nell’isola-continente emigrarono a partire dal 1945 anche numerosi ebrei, tra cui diversi sopravvissuti all’Olocausto. Inevitabile l’incontro-scontro tra le loro vicende. È il tema del romanzo di Eric Salerno, intitolato “Intrigo” (Il Saggiatore, pp. 275).
A Melbourne vive Felix, orologiaio ebreo, simbolo dell’inconciliabilità dei due mondi dopo la Shoah. La moglie, Sara, sopravvissuta al lager, combatte ogni giorno con gli incubi del passato, al pari di altri ebrei reduci di Auschwitz o di altri campi, sospesi tra desiderio di vendetta e bisogno di oblio, arrivati in Australia per sfuggire a un passato doloroso e ricostruire un’identità frantumata dalle persecuzioni naziste.
Nella stessa città, però, vivono e lavorano sotto falso nome anche diversi ex nazisti, scampati alla giustizia, con discendenze ridisegnate furbescamente. Carnefici e vittime camminano senza saperlo per le stesse strade, mangiano seduti accanto negli stessi ristoranti, frequentano gli stessi cinema e gli stessi locali.
Ma Felix, quando scopre il mistero, non ci sta e insieme a una cerchia fidata di amici dà la caccia ai nazisti. Imitando per certi versi la pattuglia di “Bastardi senza gloria”. Un romanzo intenso e intrigante (come recita il libro), che s’interroga sulle ferite laceranti che tuttora ha lasciato quella pagina di storia.
Mario Avagliano
(1 marzo 2016)