Libia, il no di Renzi all’intervento
“L’Italia non invaderà la Libia”, la posizione del Primo ministro Matteo Renzi rispetto alla richiesta degli alleati, americani e francesi su tutti, di intervenire nel paese nordafricano, nel caos dopo la caduta del dittatore Gheddafi. L’Italia, ha affermato il Premier, “agirà solo quando ci sarà un governo formalmente riconosciuto, che chiederà un aiuto alla comunità internazionale, e lo farà in un contesto internazionale, multilaterale, insieme agli alleati, certamente non da sola” (Corriere della Sera). Intanto i due italiani rapiti da un gruppo islamista in Libia lo scorso 19 luglio e liberati nelle scorse ore, raccontano i lunghi e duri mesi di prigionia. I due hanno scoperto solo una volta arrivati a Roma la sorte degli altri due italiani, amici e anche loro ostaggi, rimasti uccisi probabilmente durante uno scontro a fuoco tra carcerieri e miliziani libici (Corriere).
Le primarie, D’Alema e i complottismi. A Roma e Napoli vincono i candidati alle primarie Pd appoggiati da Renzi, ovvero Giachetti e Valente. Ma, racconta Maria Teresa Meli sul Corriere, all’interno del partito di centrosinistra c’è una guerra sotterranea guidata, tra gli altri, da Massimo D’Alema. Secondo quanto riporta la giornalista D’Alema nel corso di una cena sarebbe arrivato a dire: “Renzi è un uomo del Mossad, bisogna sconfiggerlo”.
Milano, le donne giuste e l’eroe siriano. Continuano le iniziative della Giornata europea dei Giusti – nata su impulso dell’associazione Gariwo e del suo presidente Gabriele Nissim – celebrata ieri in tutta Italia e in alcuni paesi europei e con appuntamenti che proseguiranno fino a domani (con la piantumazione alle 11.00 di sei ceppi in onore di altrettante donne al Giardino dei Giusti del Monte Stella). Come riporta il Corriere, ieri è stato svelato un murales dedicato all’archeologo Khaled Al Assad, eroe di Palmira, che ha visto tra gli altri l’intervento del Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara. Oggi pomeriggio in Sala Alessi, a Palazzo Marino, si terrà invece il convegno, “Conquiste e sconfitte nella legislazione sulla condizione femminile nel mondo”.
Allarme Slovacchia, antisemiti in parlamento. Nelle elezioni slovacche preoccupante exploit del partito neonazista Nostra Slovacchia guidata da Marian Kotleba che ha raggiunto l’8, 4 per cento. “La formazione di Kotleba è diretta emanazione della Fratellanza slovacca bandita nel 2006 – scrive il Corriere – e nota per le parate con le uniformi nere della Guardia di Hlinka, il gruppo paramilitare che gestì la sicurezza interna sotto il regime filonazista di Jozef Tiso. Su quelle radici storiche Kotleba ha innestato sprezzo delle minoranze (primi i rom), linguaggio antisemita, estremo conservatorismo sociale, campagne per l’uscita dalla Ue”.
Torino, sbagliato boicottare il Technion. Sulle pagine torinesi di Repubblica, l’ingegner ed ex allievo del Technion di Haifa Gabriele Levy risponde a quegli studenti che dall’università di Torino (e non solo) chiedono il boicottaggio del polo scientifico israeliano. “Al Technion – racconta Levy, a cui era stato chiesto di non intervenire nel corso dell’assemblea studentesca organizzata per promuovere il boicottaggio – studiano ragazzi di tutte le etnie e le religioni: circa il 20 per cento degli studenti è arabo, e naturalmente ci sono anche ebrei, buddhisti ed anche tanti atei. Il primo rettore del Technion si chiamava Albert Einstein”.
Roma, il racconto di Rabin attraverso Gitai. “Quando Rabin fu ucciso ho sentito che una pagina della storia di Israele si chiudeva. Ho sempre pensato che questa piccola porzione di mondo è una specie di vulcano”. Così il regista Amos Gitai racconta al Messaggero le sue sensazioni dopo l’assassinio dell’ex primo ministro israeliano Rabin, a cui Gitai ha dedicato il suo ultimo film e attorno al quale è stata realizzata al Maxxi di Roma una mostra curata da Hou Hanru con Anne Palopoli. “Non è però il capitolo finale di questo lungo scavo nella memoria. – scrive il Messaggero– Gitai sta già lavorando a uno spettacolo teatrale sullo stesso tema che andrà in scena quest’estate al Festival di Avignone per poi spostarsi al Festival di Napoli”.
Daniel Reichel
(7 marzo 2016)