Venezia, i 500 anni del Ghetto

rassegna“Sui quotidiani italiani, spazio alle celebrazioni per i 500 anni dalla nascita del Ghetto di Venezia. Il calendario è stato infatti presentato ieri a Roma, nella sede dell’Associazione stampa estera nel corso di un’affollata conferenza stampa. “lI ricco programma delle iniziative – scrive Francesca Nunberg sul Messaggero – è coordinato dal Comitato ‘I 500 anni del Ghetto di Venezia’ insieme con l’Unione delle Comunità ebraiche italiane, con l’associazione Venetian Heritage e con le principali istituzioni della città lagunare. Primo appuntamento il 29 marzo con un concerto alla Fenice: Omer Meil Wellber dirige la Sinfonia n.1 in re maggiore Titano di Mahler”. “Gli ebrei non hanno alcuna nostalgia. Il ghetto rappresenta segregazione. Per questo motivo non festeggiamo nulla, ma commemoriamo un fatto che rimane una tragedia”, ha sottolineato il presidente UCEI Renzo Gattegna, come riporta il Corriere Veneto. Il programma per i 500 anni si sviluppa dalla nascita del ghetto ebraico per arrivare all’emancipazione, con l’obiettivo di “dare un messaggio positivo di impegno civile, a favore anche delle nuove minoranze”, ha sottolineato Paolo Gnignati, presidente della Comunità ebraica di Venezia.

Terrorismo: l’intollerabile silenzio di Abu Mazen. Mentre si registrano nuovi attacchi terroristici palestinesi contro civili israeliani – sei nelle ultime 48 ore – continua il leader delll’Anp Abu Mazen continua a rimanere in silenzio e a non denunciare la violenza. Un atteggiamento che “non è tollerabile”, ammonisce il vicepresidente Usa Joe Biden proprio mentre è in visita in Israele. Per Avvenire, il Premier israeliano Netanyahu vuole rispondere alla violenza, in particolare a Gerusalemme, con un “ingente dispiegamento di militari per le strade e l’estensione della controversa barriera di sicurezza attorno a Gerusalemme Est e ai Territori”. Intanto la Francia fa sapere che non riconoscerà automaticamente lo Stato palestinese se l’iniziativa di Parigi per ospitare una conferenza per il rilancio dei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi fallisse (Avvenire).

L’imam che voleva colpire Roma. “Basta poco per colpire Termini”. È stato arrestato l’imam 22enne somalo che nel campo profughi nei pressi di Campobasso istigava alla “jihad contro gl infedeli” e a colpire la Capitale. “Cominciamo dall’Italia, andiamo a Roma e cominciamo dalla stazione”, avrebbe affermato l’imam (Corriere della Sera). E, a proposito di terrorismo islamista, Aldo Cazzullo (Corriere) presenta l’ultimo libro del direttore de La Stampa Maurizio Molinari Jihad. Guerra all’Occidente, in cui si spiega il motore che spinge il movimento dell’Isis: “Il Califfo e quelli che ragionano come lui – sottolinea Cazzullo, parlando del libro di Molinari – vogliono il potere sulle anime del loro campo; e per prenderlo non esitano a spargere sangue innocente”.

Milano, l’archivio delle leggi razziste. 78 faldoni di documenti, depositati dalla Prefettura all’Archivio di Stato, in cui emergono le storie della discriminazione compiuta contro gli ebrei milanesi al tempo delle leggi razziste del 1938. Questa grande molte di documenti, da cui emerge il comportamento della gelida burocrazia italiana antisemita e l’infamia delle delazioni dei concittadini, sarà al centro oggi (ore 17) di una mostra e un convegno all’Archivio di Stato di Milano (La Stampa).

L’Iran minaccia Israele. Teheran risponde a chi parlava, dopo le ultime elezioni, di un rafforzarsi della corrente riformista, con dei test di missili che potrebbero colpire il “nemico più lontano dell’Iran, ovvero il regime sionista” (La Stampa). Ancora, secondo l”agenzia Fars, sui due missili, un Qadr-H e un Qadr-F, vi era la scritta in ebraico “Israele deve essere cancellato”.

La guerra all’Isis avvicina Egitto e Iran. Su La Stampa, l’esperto israeliano di gruppi islamici del Medio Oriente Mordechai Kedar, docente all’università Bar Ilan, spiega perché l’Egitto di Al Sisi stia entrando sempre più in contrasto con l’Arabia Saudita, avvicinandosi pericolosamente al regime iraniano. Tra i fronti caldi, la Siria: “Al Sisi vuole che Assad continui a governare la Siria perché lo considera il vero argine contro l’Isis che lo minaccia nel Sinai. I sauditi vogliono la caduta di Assad che é alleato dell’Iran”.

Germania, il no alla xenofobia. “La Conferenza episcopale tedesca, il Consiglio della Chiesa evangelica, e due organizzazioni rabbiniche hanno congiuntamente condannato i numerosi episodi di xenofobia registrati nelle ultime settimane in Germania, soprattutto a seguito dell’ondata di profughi dal Medio oriente”, scrive l’Osservatore Romano.

Bergoglio, tre anni di pontificato. Sulla prima del Sole 24 Ore Carlo Marroni ripercorre i prime tre anni di pontificato di Bergoglio. Tra i momenti da sottolineare, la visita al Tempio Maggiore di Roma di gennaio. “È più di un gesto verso gli ebrei, – scrive Marroni – in un momento in cui l’antisemitismo rialza la testa in Europa, sia nelle fasce estremiste delle periferie che nelle azioni di vero e proprio terrorismo”.

Museo Luzzati a rischio chiusura. A scriverlo il Fatto Quotidiano. “Abbiamo 50mila visitatori l’anno”, racconta il direttore Sergio Noberini al quotidiano ma il problema sono “i fondi. I nove decimi degli ingressi sono gratuiti, magari legati a manifestazioni che si svolgono a Genova”.

Elena Cornaro. “La storia eccezionale e anomala della prima donna laureata al mondo. Educata da religiosi cattolici ed ebrei”. A raccontare su Tempi l’interessante e poco nota vicenda di Elena Cornaro, Vittorio Robiati Bendaud.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(10 marzo 2016)