insieme…
A proposito del completamento dei lavori di costruzione di tutte le parti del Mishkàn, la Torà dice che Moshè “vide tutto il lavoro, ed ecco, lo avevano fatto come aveva comandato D.o”. In realtà, sembra pleonastico: ogni dettaglio era stato descritto da D.o minuziosamente, quindi sarebbe stato impensabile fare diversamente! E poi, dal testo sembra che tutto il popolo abbia costruito il Mishkàn, mentre noi sappiamo che solo coloro che avevano il “cuore generoso” hanno portato i materiali necessari e gli esperti li hanno utilizzati.
La Ghemarà, nel trattato di Chullìn (7) fa una strana affermazione: “Gli ebrei sono santi; c’è chi vuole e non ha e c’è chi ha e non vuole”. Ma chi ha e non vuole può essere definito santo? Le Tosafòth spiegano che anche chi ha e non vuole alla fine fa, perché si vergogna di fronte agli altri. Ma questa risposta ancora non ci spiega perché una persona del genere possa essere definita santa.
Rav Zusha di Pszyscha spiega così. Quando un ebreo compie una mitzwà, dà origine ad un angelo; questo è a sua volta composto di corpo ed anima. Chi vorrebbe compiere una mitzwà e non ne ha la possibilità, in cuor suo la mitzwà l’ha già compiuta, e quindi ha dato origine all’anima di un angelo. L’ebreo che compie una mitzwà forzatamente dà origine al corpo di un angelo, ma non alla sua anima. L’associazione dell’anima senza corpo e del corpo senza anima forma un angelo completo, e ciò autorizza a definire santi coloro che gli hanno dato origine; difatti la Ghemarà non dice che ogni ebreo è santo, ma che gli ebrei (insieme) lo sono.
Come al solito, è nell’unione delle forze che la volontà di Ha-Qadòsh Barùkh Hu si realizza.
Elia Richetti, rabbino
(10 marzo 2016)