“Il centrodestra è finito,
ostaggio di lepenisti”

rassegnaAlta tensione nel centrodestra tra colpi di scena, nuove alleanze, derive populiste. La discesa in campo di Giorgia Meloni, ma anche l’ex governatore del Lazio Francesco Storace che al Corriere difende la sua militanza fascista, cita CasaPound e rivendica: “Boia chi molla è ancora un grido di battaglia”.
Dice l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini in una intervista a Repubblica: “Il centrodestra, come lo abbiamo conosciuto, è finito. Ormai è nato un blocco di destra, è naturale chiamarlo lepenista”. Per poi aggiungere: “Berlusconi vuole tenere unito tutto il fronte, federarlo come fece 20 anni. Un’impresa impossibile. Come fa la Merkel con Alternative di Frauke Petry o come Sarkozy con Marine Le Pen, Berlusconi dovrebbe considerare avversari Salvini e Meloni, non alleati”.

Così l’astro nascente del Fronte Nazionale francese, Marion Le Pen, in una intervista al Corriere: “Non sono qui a fare raccomandazioni a Matteo, credo però che la strategia della Lega di avvicinamento al potere stia funzionando. Mi auguro che Salvini possa allargare la propria influenza su tutta Italia, come sta già cominciando ad essere oggi. Perché l’Italia possa con noi francesi concorrere a una ricostruzione europea uscendo da questo tipo di Unione”.

Si chiede con le scuse del Bayern l’infelice scivolone “social” della società tedesca, che aveva postato ieri un controverso fotomontaggio che sembrava evocare i binari della morte diretti ai lager nazisti. “Sfortunatamente la nostra immagine per la gara è stata fraintesa come riferimento a eventi storici, qualcosa che noi non volevamo assolutamente intendere” dice il club bavarese.
Sulla vicenda era intervenuto il vicepresidente della Comunità ebraica romana Ruben Della Rocca: “Una gaffe del genere è inammissibile per una società come il Bayern, da sempre attenta alla comunicazione. Non voglio pensare alla malafede, sarebbe gravissimo. Voglio confermare che si è trattato di una svista, pur clamorosa” (Corriere, tra gli altri).

Consegnati ieri a Roma i riconoscimenti del Premio Romei destinati “a insegnanti e dirigenti scolastici che si sono distinti nell’ambito della formazione, a scrittori e giornalisti attenti alle problematiche della scuola, e a personalità del mondo della cultura e della ricerca universitaria”. Tra i premiati anche il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna (Leggo).

Intervistato dall’Unità sui 500 anni del Ghetto di Venezia, lo storico Riccardo Calimani dice: “II Ghetto di Venezia è stato un’esperienza dolorosa e credo che avrebbe dovuto essere ricordato con un livello di attenzione un po’ più basso e più maturo. Non c’era nessun bisogno di farla diventare una celebrazione”. 

“Noi cattolici ed ebrei, avendo imparato dalla storia, non possiamo ammettere che le nostre parole e azioni si rivolgano contro qualsiasi persona: ciascuna manifestazione di intolleranza razziale o religiosa, anche quella più piccola, deve esserci estranea. Non acconsentiamo alla violenza”. È quanto scrivono in una dichiarazione congiunta il presidente della Conferenza episcopale slovacca e il presidente della Confederazione centrale delle comunità ebraiche del paese (Avvenire).

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked