Qui Bruxelles – “Le strade deserte sono un errore
ma la sicurezza deve cambiare”

Schermata 2016-03-25 alle 09.56.27“Qualche mese un soldato che faceva la guardia davanti alla nostra sinagoga mi ha detto che i loro fucili non avevano proiettili. Era tutta scena. Ma vi sembra normale?”. A parlare è rav Menachem Hadad, rabbino della comunità Shomre Hadas Haredi di Bruxelles, che in un’intervista alla radio dell’esercito israeliano non risparmia critiche alle forze di sicurezza belghe. Critiche che arrivano dopo il grave doppio attentato compiuto da terroristi islamici nella capitale belga martedì scorso. La preoccupazione del rav, condivisa da altre voci della comunità ebraica, è che la stretta sulla sicurezza duri solo poche settimane e poi “si tornerà alla stessa situazione di prima”. La sicurezza belga e le forze di intelligence del Paese sono state investite in queste ore di pesanti critiche da parte dei media e lo stesso Primo ministro belga ha ammesso alcune responsabilità. D’altra parte il rav ha sottolineato che il peggior segnale che si possa dare in questo momento è lasciare “le strade vuote. Farsi prendere dal panico”. Alla domanda se ha rinunciato a vestire la kippah per ragioni di sicurezza, Hadad risponde di no. “Io non ho paura di uscire”, afferma, seppur nessuno possa sottovalutare la serietà e gravità della situazione. “In generale, dobbiamo essere molto attenti. Ogni giorno, ogni funzione, mattina e pomeriggio”, spiega al Washington Post un membro dello staff della Grande Sinagoga di Bruxelles. E per ragioni di sicurezza alcuni eventi che erano stati organizzati per Purim sono stati cancellati.

d.r.

(25 marzo 2016)