limiti…
Nel momento dell’inaugurazione del Mishkan, Moshè dice ad Aharon: “Avvicinati all’altare e fai il tuo sacrificio di chattàt e il tuo olocausto”. Sembra quasi che Aharon non sappia che cosa deve fare; eppure per un’intera settimana Moshè aveva ripetuto davanti a lui e ai suoi figli ogni gesto, ogni passo che avrebbero dovuto compiere.
Rashì spiega che Aharon “si vergognava e aveva timore ad avvicinarsi”. E quindi Moshè lo ha incoraggiato e stimolato dicendogli: “Ti vergogni? È per questo che sei stato scelto!”.
Diversi Maestri hanno cercato di capire queste parole di Moshè. Possono sembrare una semplice esortazione: non ti vergognare, perché è il tuo compito e devi farlo. Ma per altri il significato è un altro: il motivo per cui sei stato scelto tu è perché sei capace di vergognarti, di affrontare il tuo alto ruolo con timore, perché hai la consapevolezza di essere fallibile non meno di altri (e perciò il sacrificio di chattàt).
Chi viene scelto a un ruolo di responsabilità, deve anche avere l’umiltà di riconoscere i suoi limiti.
Elia Richetti, rabbino
(31 marzo 2016)