Moschea a Milano,
parlano i candidati
Il tema della moschea continua ad essere al centro della campagna elettorale milanese. Sulle pagine locali del Corriere si riportano le posizioni dei due principali contendenti. “Vorrei un confronto franco con il presidente della Regione e vorrei chiedere a Maroni quale sia la soluzione che lui propone per garantire a queste persone di poter pregare e per evitare che si trovino in strada o negli scantinati” afferma il candidato del centrosinistra Giuseppe Sala. “C’è bisogno di una moschea a Milano, ma bisogna farla secondo certi criteri” dice il candidato del centrodestra Stefano Parisi, che vuole inoltre risposte chiare su chi siano i finanziatori e avanza la richiesta che i sermoni siano in italiano e i controlli rafforzati. “Con una legge nazionale” sottolinea Parisi.
Due israeliani entrati a Gaza un anno fa sono tenuti in ostaggio da Hamas, che ha anche i resti di due soldati uccisi nella guerra del 2014. Hamas ha pubblicato le foto dei due soldati uccisi, Oron Shaul e Hadar Goldin, e del 29enne Avraham Mengistu e di un beduino del Negev, “entrambi con problemi mentali” (Corriere, in breve).
Partirà da domani la fase operativa dell’accordo sui migranti siglato tra la Turchia e l’Unione Europea. Restano però “molte incognite”, si legge su La Stampa. E in questo senso l’annuncio fatto ieri dall’Austria è “emblematico” dei tanti dubbi che serpeggiano sull’efficacia di questo piano. Il governo di Vienna ha detto infatti che effettuerà “controlli serrati alla frontiera del Brennero, anche con l’impiego dei soldati”.
Non un libro alla portata di tutti. Ma necessario, “anzi indispensabile, direi, per tutti gli studiosi, non soltanto di area ebraica, interessati ad approfondire la conoscenza di un universo culturale che nel Talmud ha il suo cuore”. Così il rav Riccardo Di Segni presenta il trattato di Rosh haShanah, il primo volume del Talmud tradotto in italiano di cui sarà consegnata una copia al presidente della Repubblica martedì prossimo (Corriere). “II Talmud è come l’elettrocardiogramma dell’ebraismo, fatto di onde, di continue oscillazioni. Ma sostiene tutto. Crea equilibrio fra il particolare della legge e l’universale della mistica” dice il rav Adin Steinsaltz a La Stampa. L’editore, Shulim Vogelmann (Giuntina), spiega a Repubblica Firenze: “Un onore e un privilegio, una scommessa a cui non potevamo non dare il nostro contributo”.
“Per Kertész, la Shoah non era solo il destino terribile del popolo ebraico, era il segno più forte del Male, il paradigma di altrettante storie terribili, che proprio perché paradigma e non solo singolo evento si allargava ai mali del mondo”. Così Anna Foa ricorda sull’Osservatore Romano il grande scrittore e Testimone ungherese.
Intervistato da Repubblica, Giuseppe Sgarbi (il padre di Vittorio ed Elisabetta) racconta la sua amicizia con Giorgio Bassani: “Ricordo una partita a tennis, a poche decine di metri dalla farmacia su un campo di terra rossa. Era un avversario forte, determinato. Mi batté con superiorità evidente”. Sgarbi parla anche di una discussione tutta incentrata sul film che era stato tratto da Il giardino dei Finzi-Contini e di come Bassani “non fosse affatto contento del modo in cui De Sica aveva trattato il romanzo”.
“Ebrei, cristiani e musulmani hanno in comune la fede in un solo Dio. L’interrogativo è se essa generi la violenza del fanatismo, oppure promuova la fratellanza universale”. A rispondere è Donatella Di Cesare, con un intervento su La Lettura del Corriere.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(3 aprile 2016)