Bologna Children’s Book Fair – Leggere per crescere
Integrazione? Tutti presenti!

Integrazione? Tutti presenti!Sessanta titoli, per fare sul serio. Perché ci sono le parole e i proclami, le polemiche e i discorsi di principio. E poi ci sono i passi concreti, reali. E i discorsi vuoti scompaiono di fronte alle azioni di un paese che si trova a integrare centinaia di migliaia di rifugiati nella propria popolazione in uno sforzo concreto che coinvolge tutti gli ambiti. Compresa la nuova generazione della popolazione autoctona. Conseguenza diretta e immediata: il trend più notevole della letteratura tedesca per l’infanzia è la notevole presenza di titoli che riguardano i rifugiati, la tolleranza, l’integrazione. Dati, tabelle, numeri: la Germania alla Bologna Children’s Book Fair è anche questo, con le analisi di un settore che arriva circa a un sesto del fatturato complessivo, con una quota di mercato in lieve crescita. La divisione per generi, inoltre, mostra un quadro articolato, con albi illustrati e i titoli per giocare e imparare in crescita, ma si conferma quanto già visto in ottobre alla Buchmesse di Francoforte, la crescente affermazione dei libri multiculturali. Sono oltre mille i libri multilingue usciti nel 2015, che si aggiungono a circa 600 e-book, seguiti da circa 500 libri e 250 e-book pubblicati nel primo trimestre del 2016. Ma i numeri non bastano a raccontare una realtà che si innesta su una tradizione ben consolidata: una delle fiabe tedesche pù note, I musicanti di Brema dei fratelli Grimm, parla di personaggi le cui vite, se restano a casa loro, sono in pericolo. I fuggitivi si ritrovano e si mettono in marcia, come oggi i rifugiati cui ben si adatta il motto che nella versione originale della fiaba dei Grimm è ripetuto dall’asino: “Dappertutto troveremo qualcosa di meglio della morte”. Sono soprattutto gli illustrati, che trattano i temi della fuga e dell’estraneità, dell’integrazione e dell’accettazione reciproca, per agevolare la comprensione di quanto sta accadendo, sia dal punto di vista di chi è in fuga che di chi assiste al loro arrivo. PE LXCÈ la stessa Buchmesse a proporre alla Bologna Children’s Book Fair un incontro sul tema della migrazione nei libri per bambini e ragazzi, così come più in piccolo la redazione di Dafdaf prosegue sul filone iniziato lo scorso anno con “Raccontare l’indicibile” e nel pomeriggio del 6 aprile propone “Integrazione? Tutti presenti!”, tavola rotonda che confronterà la realtà tedesca con quanto già pubblicato e in uscita in Italia. Testo di partenza, in evidenza già alla Buchmesse, Alle da! di Anja Tuckermann, illustrato da Tine Schulz e pubblicato da Klett Kinderbuch, casa editrice di Lipsia particolarmente attenta al tema. I bambini nel libro arrivano da tutto il mondo, ognuno con una sua storia da raccontare; pochi sono nati nello stesso paese dei propri genitori, ma tutti fanno le stesse cose tutti i giorni: bevono, mangiano, dormono, parlano e a volte discutono. Ognuno ha le sue feste da celebrare, con risultati a volte difficili, a volte divertenti, che presto saranno semplicemente normali. Un altro esempio del recente trend tedesco è Am Tag, als Saída zu uns kam, Il giorno in cui arrivò Saída, di Susana Gómez Redondo e illustrato da Sonja Wimmer (ed. Peter Hammer), in cui una ragazzina vivace ed esuberante racconta dell’arrivo dal Marocco di una sua coetanea, triste e silenziosa. “Forse non voleva parlare nella sua lingua perché è diversa dalla nostra”, dice la prima, e le due iniziano a esplorare le reciproche lingue, in un gioco di immagini sognanti che traboccano parole e segni. Die Insel, L’isola, di Armin Greder è stato da poco ripubblicato da Sauerländer Verlag e racconta di un uomo approdato su una spiaggia con la sua zattera. È una storia cupa, illustrata a tinte fosche, che trasmette un messaggio forte ai bambini in età prescolare e spiega cosa sia la xenofobia. Prova a dare un segno di speranza, invece, Bestimmt wird alles gut, Di sicuro si sistemerà tutto, di Kirsten Boie e Jan Birk, che racconta la storia di Hassan e Rahaf, nove e dieci anni. L’autrice non cerca di abbellire la realtà: pur risparmiando ai lettori scene di morte, devastazioni o pericolose traversate mostra chiaramente ciò che i rifugiati si lasciano alle spalle e ciò che li attende al loro arrivo in Europa. Dopo tre mesi in un campo di accoglienza, i bambini vengono separati dai loro nuovi amici; in classe alcune bambine si avvicinano con curiosità a Rahaf ma perdono rapidamente interesse, principalmente per la barriera linguistica, e la famiglia si deve stringere in una stanza ricavata da un container. E la speranza del padre di poter ricominciare come medico in Germania non pare potersi avverare. Particolarità del libro è che ogni pagina riporta la traduzione della storia in arabo, e offre alla fine i primi elementi di conversazione nelle due lingue, da “come ti chiami?” a “ti va di…” o “vuoi essere mio amico?”. Ma anche “lasciami in pace!” e “non mi va!”. Nella speranza che anche un libro possa agevolare il processo di integrazione e “Bestimmt wird alles gut”, di sicuro si sistemerà tutto.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

da Leggere per crescere, Pagine Ebraiche aprile 2016

(6 aprile 2016)