“Noi, i giovani, il futuro da costruire
Il nostro orizzonte è la complessità”

lavori“Sono orgoglioso e soddisfatto. Per gli stimoli suscitati, per la voglia di confronto e pluralismo che è emersa chiaramente nel corso dei lavori. Un fatto confortante, perché la complessità è un orizzonte di dobbiamo farci carico”.
Non nasconde il proprio ottimismo il rav Roberto Della Rocca, ideatore di una partecipata riunione che ha richiamato a Roma molte decine di giovani in rappresentanza delle diverse anime dell’ebraismo giovanile italiano. Obiettivo dell’evento, promosso dall’Area formazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche in sintonia con la task force strategica dell’ente, l’elaborazione di un piano di strategie comuni “nella prospettiva di una relazione sempre più dinamica, positiva e di cooperazione”.
L’evento romano ha costituito l’avvio di un percorso che sarà lungo e complesso. Ma i segnali sono decisamente positivi, osserva il rav Della Rocca. E una prova arriva dal fatto che tante ore trascorse insieme, insieme tra diversi, abbiano scaturito un confronto “non di ideologie, ma di idee”. Merito anche di Dan Wiesenfeld, esperto di formazione, “che ha condotto con grande bravura questa giornata”. E merito anche dello staff professionale dell’Unione e dei referenti interni al Consiglio, “che hanno tutti contribuito al successo di questa iniziativa”.
“Ho colto un’energia straordinaria, che ha messo in moto idee e proposte concrete. Nel complesso, un incontro che ha dato segnali forti” sottolinea la coordinatrice della task force UCEI Simona Nacamulli. A colpirla, in particolare, l’alto livello d’istruzione dei ragazzi, la loro conoscenza delle lingue, la complessità identitaria, la naturale propensione ad approcciare mondi e realtà diverse. “Caratteristiche – afferma – che dovrebbero portarci a riflettere sul modo in cui tradizionalmente approcciamo un certo di problemi. C’è infatti una significativa differenza tra questa generazione e quelle che l’hanno preceduta. E questa diversità deve spingerci a rivedere le nostre strutture, i nostri comportamenti usuali”. Anche in relazione alle molte possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Un mondo che è ricco sì di insidie, “ma anche di opportunità da cogliere”. Sottolinea Nacamulli: “Quello di ieri va considerato il punto di partenza di un lungo percorso. Le premesse sono comunque importanti, davvero significative”.
“In molti casi i ragazzi non si conoscevano, né sapevano dell’associazione ebraica di cui gli altri compagni di tavolo erano i rappresentanti. Ne è scaturita una giornata di lavoro proficua, con l’obiettivo di replicarla due volte all’anno” afferma l’assessore UCEI a giovani e scuola Guido Osimo. Tra tanti ragazzi la posizione dei ‘grandi’ è stata prettamente d’ascolto, lontana il più possibile da eccessi retorici. “In certi momenti – dice Osimo – mi è sembrato di stare sbirciando di nascosto e con grande interesse un evento che solo in parte mi riguardava e mi coinvolgeva. E sono molto contento di questa sensazione”.
“È troppo presto per capire quali delle idee che sono venute fuori da questo primo brainstorming avranno una loro vita vera e indipendente. Il mio primo feedback riguarda sostanzialmente come dovrebbe porsi l’UCEI nei confronti dei giovani over 18. Da una parte, le strutture dell’Unione che si occupano specificamente di questo tema dovrebbero essere rafforzate, ripensate, riorganizzate. Dall’altra – osserva Osimo – l’idea stessa che l’UCEI stia ora affidando in modo completo alla sola Ugei il compito di rappresentare politicamente l’ebraismo giovanile italiano sembra in parte inadeguata alla realtà”. L’obiettivo, aggiunge Osimo, deve essere quello di dar vita a un forum informale “che raduni tutte le associazioni giovanili” e che in parte “è nato proprio questa domenica”.

(11 aprile 2016)