Mattarella contro i muri in Europa

rassegnaDa Torino, nel corso del forum italo-tedesco, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un messaggio all’Europa: “Abbiamo lavorato settant’anni per abbattere i muri, non lasciamo che rinascano. Tornare indietro da Schengen sarebbe autolesionismo”. Parole, riportate dal Corriere della Sera, che arrivano proprio nei giorni in cui Vienna ha dato il via alla costruzione di una barriera anti-immigrati sul Brennero, ripristinando di fatto una frontiera tra Italia e Austria. Per Mattarella queste iniziative sono inefficaci, serve invece “solidarietà tra Paesi europei” in modo che si lavori insieme per verificare e ricollocare i migranti che hanno diritto d’asilo e rimpatriare chi non ce l’ha. Intanto sul fronte dell’accoglienza, il Viminale annuncia che il flusso degli arrivi dalla Libia, in riferimento al primo trimestre, è aumentato del 55 per cento rispetto allo stesso periodo nel 2015. Servono, avvisano le autorità, 15mila posti in più. “I vertici della Direzione immigrazione della polizia ieri sono volati in Grecia – racconta il Corriere – per pianificare un’azione comune in vista dei flussi di arrivi che certamente aumenteranno in vista dell’estate”.

Rav Toaff-Wojtyla, la Storia in un abbraccio. Una mostra al Museo ebraico di Roma ricorda, a trent’anni esatti dall’avvenimento, lo storico incontro al Tempio Maggiore della Capitale tra l’allora rabbino capo della città rav Elio Toaff e papa Wojtyla e il celebre abbraccio che ne seguì. “Oggi tutto può sembrare quasi scontato, dopo tre visite di papi in sinagoga – spiega a Paolo Conti (Corriere Roma) la curatrice della mostra Lia Toaff – Invece, in quel 1986, l’arrivo di Giovanni Paolo II al Tempio Maggiore, l’abbraccio con mio nonno Elio Toaff, modificarono per sempre i rapporti tra il mondo ebraico e quello cattolico”. A sottolinearlo anche rav Riccardo Di Segni, attuale rabbino capo di Roma che quel giorno (13 aprile 1986), come racconta a Gabriele Isman (Repubblica Roma), era presente in sinagoga. “Quella visita – le parole di rav Di Segni – cambiò la percezione dei rapporto tra ebraismo e cristianesimo”.

Caso Regeni. Il presidente egiziano Fatah al Sisi nega che ad uccidere il giovane ricercatore italiano Giulio Regeni siano stati i servizi segreti. I responsabili sarebbero delle “persone malvagie” e accusa i media egiziani di aver ingigantito il problema, riporta Avvenire. Secondo Repubblica la arrivare alla verità sul caso Regeni diventa sempre più difficile a maggior ragione dopo la firma da parte dell’Egitto di nuovi accordi economici e strategici con l’alleato Saudita e di quella imminente con la Francia. L’isolamento economico, spiega il quotidiano, poteva essere un’arma in mano a Roma per costringere il Cairo a portare la luce sull’omicidio di Regeni. Gli accordi con Parigi e Riad tranquillizzano invece l’Egitto e ora si attende una risposta dall’Italia.

L’arte bandita dai nazisti ritorna a Berlino. “Arte degenerata ma non solo. Per il quinto anno consecutivo la Komische Oper di Berlino si impegna in un’operazione unica in Europa per la riscoperta di capolavori musicali del passato”, scrive sul Foglio Daniel Mosseri, raccontando il programma per la stagione 2016-2017 della realtà berlinese che vedrà la riproposizione di opere di artisti ebrei che furono bandite dai nazisti. “Immancabile – scrive Mosseri – la messa in scena di due pezzi rarissimi di “arte degenerata”, la “Entartete Kunst” vietata dai nazisti perché contraria all’etica e ai valori ariani. Si tratta in gran parte di opere di autori ebrei, giunti a Berlino agli inizi del XX secolo dalla Russia e dalla Mitteleuropa”.

Bologna, l’Ulivo della pace. A distanza di un anno dalla piantumazione dell’Ulivo della pace, a Bologna si terrà un nuovo incontro tra ebrei, cristiani e musulmani, aperto dal concerto della Bologna Youth Chamber Orchestra. A partecipare all’incontro e dialogare insieme, il rabbino capo della città Alberto Sermoneta, il coordinatore della comunità islamica Yassine Lafram e il vescovo Matteo Zuppi (Resto del Carlino Bologna).

Segnalibro, chi è Esther Singer. Susanna Nirenstein racconta su Repubblica la storia di Esther Singer, sorella dei celebri scrittori Isaac e Israel. Aveva lo stesso talento dei fratelli, scrive Nirenstein ma era odiata dai genitori. Ora in libreria per Bollati Boringhieri esce il suo L’uomo che vendeva diamanti.

Israele festeggia il direttore Mehta. “Israele è la mia seconda patria, la mia casa e la mia famiglia adottiva”, così Zubin Mehta spiega ai giornalisti il suo rapporto con Israele, dove dal 1981 dirige la Israel Philharmonic Orchestra. Per gli ottant’anni del maestro, in questi giorni a Tel Aviv sono andati in scena tre concerti come racconta la Gazzetta del Mezzogiorno.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(14 aprile 2016)