Francia – La condanna di Haim Korsia
“L’Onu non ignori il legame
tra ebrei e Gerusalemme”

Schermata-05-2457144-alle-12.17.53 Il Gran rabbino di Francia Haïm Korsia ha “vivamente condannato” il voto favorevole della Francia a una risoluzione del Consiglio esecutivo dell’Unesco (l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di istruzione e patrimonio culturale con sede a Parigi), che “ignora il legame tra gli ebrei, il Muro occidentale e il Monte del Tempio a Gerusalemme”. Una netta presa di posizione in materia di politica estera inusuale per il rabbino, il quale si è anche incontrato con il ministro degli Esteri Jean-Marc Ayrault. Accanto a Korsia si sono schierate molte altre organizzazioni ebraiche francesi tra le quali il Conseil Représentatif des Institutions juives de France, il cui presidente Roger Cukierman ha definito la decisione “una negazione deliberata della storia”, poiché non tiene conto del ruolo di Gerusalemme come “capitale spirituale del popolo ebraico, verso la quale tutti gli ebrei del mondo pregano da migliaia di anni”.
Il testo della risoluzione dell’Unesco, approvata a metà aprile (l’Italia risulta tra i 17 voti astenuti), contiene alcune critiche che riguardano le azioni di Israele a Gerusalemme Est, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza ma si concentra in gran parte sul Monte del Tempio e il Muro occidentale, affermando che Israele sarebbe una “potenza occupante”. Questi ultimi luoghi non vengono mai indicati con tali espressioni se non due volte tra parentesi, mentre al posto vengono usati soltanto i nomi in arabo di “Moschea di Al-Aksa”, “Al-Haram Al Sharif” e “Al-Buraq Plaza”, nonostante a ottobre l’Unesco stessa abbia approvato un’altra risoluzione che stabiliva di non etichettare il Monte del Tempio come un sito esclusivamente musulmano. Il Gran rabbino Haïm Korsia ha quindi diffuso una nota in cui descrive il suo incontro con il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault “per ricordargli la centralità di Gerusalemme nell’ebraismo, i cui fedeli pregano rivolti verso la città santa”. Korsia si è quindi dichiarato rassicurato e a riferito che Ayrault dal canto suo “ha spiegato di non aver mai avuto l’intenzione di rimettere in discussione né la presenza né la storia ebraica a Gerusalemme, e ha ribadito che la città appartiene a tutti i fedeli ebrei, cristiani e musulmani”. Facendo riferimento alla festa di Pesach, “festa di pellegrinaggio durante la quale è uso per gli ebrei di recarsi al Tempio”, Korsia ha infine riaffermato “il legame indissolubile” tra gli ebrei e Gerusalemme e invitato i paesi membri del Consiglio esecutivo dell’Unesco a “rivedere le loro decisioni al più presto”.
La risoluzione è stata approvata da 33 stati, tra cui Cina, Francia, India, Russia, Spagna e Svezia, mentre 17 si sono astenuti, e sei hanno votato contro, fra cui Stati Uniti, Estonia, Germania, Lituania, Paesi Bassi e Regno Unito. “Come ha potuto la Francia votare a favore di un testo del genere, a differenza delle altre potenze occidentali?”, si è chiesto Cukierman. Facendo seguito alla forte condanna arrivata dalle autorità israeliane, il presidente del Crif ha inoltre ha affermato che l’Unesco sta “tentando di riscrivere una parte della storia dell’umanità e prova ancora una volta che la cattiva fede e l’odio nei confronti di Israele non conoscono alcun limite”.
Proprio in questi giorni, il ministro Ayrault ha annunciato che organizzerà una conferenza sulla pace in Medio Oriente a Parigi il prossimo 30 maggio, il cui scopo è quello di riaprire le trattative tra israeliani e palestinesi. Al vertice internazionale parteciperanno rappresentanti di Stati Uniti, Russia, Unione Europea e Onu, la Lega Araba e circa altri venti paesi. Il Crif ha fortemente criticato l’assenza di Israele e Autorità palestinese alla conferenza di Parigi, esprimendo l’auspicio che essa “non eluda la questione centrale della costanza delle azioni terroristiche che sono un ostacolo ai negoziati e la cui responsabilità pertiene anche agli Stati che le finanziano”.

f.m. twitter @fmatalonmoked

(Il ritratto di Haim Korsia è di Giorgio Albertini)

(27 aprile 2016)