Giovanni Pico e la Cabbalà,
gli studiosi a confronto
Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e la storica Anna Foa tra i protagonisti della presentazione dello studio Giovanni Pico e la cabbalà, curato da Fabrizio Lelli per la Leo S. Olschki Editore, presentato oggi a Palazzo Montecitorio.
Far luce sulla cruciale riflessione di Giovanni Pico della Mirandola in relazione alle dinamiche intellettuali del suo tempo, analizzando anche i meccanismi della ricezione della cabbalà pichiana in età moderna e contemporanea. Questo l’obiettivo del lavoro di Lelli, che inquadra la straordinaria fascinazione che il noto umanista e filosofo ebbe per gli studi cabalistici e il contributo che lo stesso offrì, in questa prospettiva, al mondo culturale di allora e alle generazioni che sarebbero seguite.
Un’iniziativa che è stata anche l’occasione per un introdurre un grande convegno di studi che si svolgerà a Mirandola dal 9 al 12 giugno e che, coordinata dalla Foa, ha registrato tra gli altri un interessante confronto tra il rav Riccardo Di Segni e Moshe Idel sulla ricezione della cabbalà nel Cinquecento e una riflessione conclusiva di Saverio Campanini.
In apertura gli interventi introduttivi di Renata Bertoli, presidente del centro internazionale di cultura internazionale Giovanni Pico della Mirandola, e della studiosa Miryam Silvera, in rappresentanza sia dell’Università di Tor Vergata che del master in cultura ebraica e comunicazione dell’UCEI di cui è coordinatrice.
A fare gli onori di casa la vicepresidente della Camera Marina Sereni. Un saluto inoltre anche dalla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, dalla direttrice del Centro Romano di Studi sull’Ebraismo Marina Formica e dal sindaco di Mirandola Maino Benatti.
(Nell’immagine il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, la storica Anna Foa e la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello durante la conferenza)
(4 maggio 2016)