Qui Roma – Il dovere civico della Memoria

IMG_20160509_183108Era ottant’anni fa quando è stato costruito il campo di concentramento di Sachsenhausen, quello che, poco lontano da Berlino, per i nazisti doveva essere “il campo perfetto”. Ed era 75 anni fa quando nel campo di Riga Kaiserwald e nella foresta di Rumbula, in Lettonia, si consumarono due stragi che videro la morte di venticinquemila ebrei, la gran parte lettoni provenienti dalla Germania. In occasione di questi due anniversari, Giunti Editore ha riproposto in una nuova edizione il romanzo La lista di carbone, scritto dalla giornalista Christiana Ruggeri e già finalista del Premio Bancarella nel 2008, presentato ieri alla libreria Feltrinelli di piazza Colonna a Roma. Oltre all’autrice, a proporre spunti di riflessione legati ai temi proposti nel libro, sono intervenuti il vice capo redattore degli Esteri e vaticanista del Tg2 Giovan Battista Brunori e David Meghnagi, direttore del Master in Didattica della Shoah dell’Università di Roma Tre.
La lista di carbone racconta la storia della giovane Anna che si trova a conoscere da vicino, e all’inizio forzatamente, una anziana libraia ebrea del Portico d’Ottavia, Cristina. Le due inizialmente, soprattutto per il carattere difficile di Anna, non vanno molto d’accordo. Ma scoprendo la tragica vicenda di Cristina, che ha perso l’uomo che amava a Sachsenhausen, e ripercorrendone le tracce che la portano in Lettonia, la giovane si sentirà sempre più vicina a quella che diventerà oltre che una maestra anche un’amica. Una storia, come ha sottolineato Brunori, scritta per “parlare ai ragazzi di oggi, che ricorda non solo come la trasmissione della Memoria sia un dovere civico ma getta anche luce attraverso la finzione su vicende poco note”. Non si tratta tuttavia di un libro sulla Shoah, ha messo in guardia Meghnagi, evidenziando il sempre delicato rapporto tra storia e finzione, realtà e letteratura. “Si tratta – ha spiegato – della storia di un’amicizia costruita su un fondo storico, un modello che nel futuro sempre più si userà quando si parlerà del viaggio con cui ognuno cerca se stesso”. Per Meghnagi, con il passare del tempo, sarà sempre più necessario fare i conti con l’intreccio tra Shoah e la letteratura. Punto su cui è d’accordo l’autrice, che ha osservato come a volte basti “una piccola cosa per farci aprire un mondo davanti”. Questo per la Ruggeri il senso della lettura del suo romanzo, poiché per parlare alle nuove generazioni è necessario “suscitare la loro curiosità, in modo tale che venendo in contatto con il tema della Shoah, non sempre approfondito a scuola, venga loro voglia di saperne di più. Se riesco a fare questo – le sue parole – ho raggiunto il mio obiettivo”. Tale obiettivo è per lei fondamentale per il “valore della Memoria, poiché – la sua conclusione – guardiamo troppo al futuro, ma troppo spesso dimentichiamo quali sono le nostre radici”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(10 maggio 2016)