La fantascienza secondo Levi

IMG_20160513_111600_edit1Torna al Salone del Libro l’appuntamento con la Lezione Primo Levi, organizzata dal Centro Studi Primo Levi di Torino. Quest’anno il tema scelto per raccontare la complessità delle opere del grande scrittore torinese è stato un filone letterario particolare, quello fantascientifico. E si chiama proprio Fantascienza? la pubblicazione presentata al Salone edita da Einaudi e curata da Francesco Cassata, storico della scienza e docente presso l’Università di Genova, che ha dialogato con Domenico Scarpa, consulente letterario del Centro Studi Primo Levi.
Fin dagli anni ’40 Primo Levi si è dedicato a scrivere racconti ispirati ai temi più complessi della medicina, della biologia comportamentale, dell’ecologia, della chimica, della psicologia sociale. La fantascienza è un genere di narrazione che Levi ha praticato tutta la vita: ed è una scrittura sperimentale, scrupolosamente realistica, misuratamente visionaria, saporosa di ironie. 
Nel 1966 esce – firmato con uno pseudonimo e accompagnato dalla fascetta editoriale Fantascienza? – il suo terzo libroStorie naturali, mentre cinque anni più tardi la nuova raccolta Vizio di forma appare con il nome d’autore in copertina. Si tratta di due opere che divergono l’una dall’altra per alcuni aspetti essenziali: la prima affronta i limiti del progresso e dell’umana facoltà di ragione, e l’etica della ricerca scientifica.

(13 maggio 2016)