Venezia, Memorie dal Ghetto

Schermata 2016-05-30 alle 13.51.59Un ritratto vivido, quello di una signora dal corpo di uccellino, ma dalla determinazione di una tigre. Così la figura di Virginia Gattegno emerge dal lungo articolo che le ha dedicato negli scorsi giorni il Financial Times, ripreso dall’edizione internazionale di Pagine Ebraiche. La signora Gattegno, 93 anni, vive nella Casa di Riposo ebraica di Venezia, ed è l’ultima sopravvissuta ad Auschwitz a risiedere nell’area dell’antico Ghetto, di cui quest’anno si commemorano i 500 anni dall’istituzione. Originaria di Roma e trasferitasi da bambina a Rodi con la famiglia, Virginia fu deportata ad Auschwitz dove perse la madre, la nonna e due fratellini. Della Shoah non ha parlato fino agli anni Novanta, ma oggi il riaffacciarsi dell’antisemitismo mai sparito la spinge a raccontare, e a sottolineare l’importanza di preservare il luogo e consapevolezza di ciò che il Ghetto è stato a Venezia, un frammento di passato, monito per le generazioni a venire.
“Il Ghetto deve rimanere qui per ricordare, perché dopo la scomparsa dell’ultimo testimone della Shoah, chi racconterà cosa accadde agli ebrei?” sottolinea.
Sceglie di riportare un passaggio dell’intervista anche il direttore della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale.
“Non è qualcosa di cui parli volentieri. Molti della generazione successiva preferivano non sapere. Ma io ho sentito il dovere di farlo. Perché se i sopravvissuti non avessero parlato, c’era il rischio di dimenticare, che qualcuno dicesse che non era avvenuto”, si legge in It Happened Tomorrow.
Di Memoria, del ruolo del cinema nel formarla, e del rischio di evitare di fare i conti con le proprie responsabilità, parla lo storico David Bidussa, in un pensiero tradotto in francese proposto nella sezione Bechol Lashon.
Celebrazioni tristi, ma anche celebrazioni liete. Come la grande festa per il conferimento della semikhah (titolo rabbinico) al giovane Jacov Di Segni, che viene ricordata da Daniel Leisawitz nella sua rubrica Altrove/Elsewhere. Il professore di Italianistica del Muhlenberg College (Allentown, Pennsylvania, USA) ricorda in questa occasione la figura di un altro rav italiano, Lelio Della Torre, vissuto un secolo e mezzo fa, convinto sostenitore di un ruolo del rabbino non solo come interprete della Legge sacra, ma come Maestro della sua Comunità.
Milano festeggia i 150 anni dalla fondazione della sua Comunità ebraica con il festival internazionale Jewish in the City: tre giorni di incontri, conferenze e spettacoli distribuiti in tutta la città. Centinaia e centinaia di persone hanno partecipato ieri all’evento inaugurale alla Rotonda della Besana. Il presidente emerito della Repubblica italiana Giorgio Napolitano ha ricevuto il Premio Exodus dalla città di La Spezia, in virtù del suo impegno nel rafforzare i legami tra Italia e Israele e per la pacificazione del Medio Oriente. Grande soddisfazione per il completamento della digitalizzazione degli antichi manoscritti ebraici della Biblioteca Palatina di Parma, in un progetto realizzato insieme alla Biblioteca nazionale di Israele.
Prosegue la collaborazione tra la redazione di Pagine Ebraiche e la Scuola superiore traduttori e interpreti di Trieste: l’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition propone un testo sulla figura di Gustav Mahler firmato dall’ebraista Maria Teresa Milano e tradotto in inglese da Letizia Anelli, una delle studentesse che ha svolto il suo tirocinio in redazione.

Rossella Tercatin

(30 maggio 2016)