Diario di un soldato
Usa la testa

David Zebuloni, studenteSeppur più giovane e più piccolo rispetto ai suoi corrispettivi all’estero, l’esercito israeliano vanta da sempre svariati primati.
Tecnologie avanzate e soldati ben addestrati, tuttavia, non sono gli unici elementi che caratterizzano una delle più temibili potenze militari al mondo.
Il popolo ebraico, il popolo del libro, seguendo la sua tradizione millenaria, decide di investire sull’unica vera forza di cui l’uomo dispone: la testa, non il braccio.
E così, se potessimo frugare nelle tasche del ministro dell’economia, controllare i suoi conti e accertarci che noi avremo saputo gestirli meglio, una voce fuori copione catturerebbe senza dubbio la nostra attenzione.
L’esercito di difesa israeliano, infatti, è l’unico esercito al mondo dotato di un dipartimento addetto all’educazione. Parliamo di migliaia di soldati e soldatesse impegnati in cause che vanno ben oltre le guerre e i combattimenti, soldati e soldatesse che forniscono programmi educativi ricchi di significato profondo e opportunità. Parliamo di programmi indirizzati al completamento di diplomi scolastici mancanti, alla conversione di quei soldati che desiderano abbracciare la religione ebraica, al sostegno di quei soldati provenienti da famiglie che arrancano per arrivare a fine mese, all’insegnamento della lingua ebraica per quei soldati provenienti da ogni angolo del pianeta e riuniti nello Stato d’Israele con lo stesso nobile obiettivo.
Parliamo di un investimento ben più fruttuoso di qualsiasi mutuo a vita, ben più importante di qualunque arma di ultima generazione.
Parliamo di priorità, una tematica delicata per un paese che vive in conflitto dal giorno della sua fondazione, eppure la linea adottata dai vertici politici e militari non ha mai lasciato spazio ai fraintendimenti: prima la testa, il cuore, poi il braccio.

David Zebuloni

(3 giugno 2016)