Pagine Ebraiche a Trento Economia
Migranti, le risposte nella Storia
Il 1492 e il tragico esodo ebraico

Schermata 2016-06-03 alle 14.05.38Nel giorno in cui l’Italia festeggiava la Repubblica, a Trento prendeva il via il Festival Economia, rassegna che raccoglie alcune delle voci più autorevoli del panorama italiano e mondiale per riflettere, sotto diverse prospettive, sui principali temi economici e sociali. “Il Festival, ma anche il territorio che lo ospita, sono un laboratorio significativo per tutto il Paese”, ha dichiarato durante l’inaugurazione di Trento Economia il direttore scientifico della rassegna Tito Boeri.
L’edizione di quest’anno è dedicata ai “Luoghi della crescita”, luoghi di cui l’Italia può dire di far parte ma deve, ha sostenuto l’editore Giuseppe Laterza – tra i promotori della rassegna – acquisire maggiore fiducia in se stessa, nei propri mezzi e soprattutto nei propri talenti. “Il Paese ha molte potenzialità nella misura in cui investe nella scuola, nella ricerca, nello sviluppo e quindi nella conoscenza”, ha sottolineato Laterza. Altro tema di questa undicesima edizione del Festival, le migrazioni di chi fugge da conflitti e carestie verso l’Europa, verso quelli che dovrebbero essere i luoghi della crescita. “Dobbiamo tenere presente che spesso quelli che emigrano non sono i più diseredati, ma i più intraprendenti. – ha dichiarato Innocenzo Cipoletta, presidente dell’Università di Trento – Persone che hanno superato ostacoli fortissimi per migliorare le proprie condizioni di vita, e che possono essere una risorsa anche per i paesi che le accolgono. In fin dei conti è quello che è successo negli Stati Uniti d’America. Gli immigrati hanno creato attività, imprese. Perciò queste persone possono venire da noi, soprattutto se noi sapremo investire su di loro”. E di migrazioni ha parlato nelle scorse ore a Trento lo IMG_20160603_110741storico Adriano Prosperi, portando ad esempio il caso degli ebrei sefarditi cacciati dalla Spagna (1492) e dal Portogallo e dei morescos, che subirono la stessa fine. In una sala gremita e che gli tributato un lungo applauso al termine dell’intervento, Prosperi ha ricordato come allora le grande nazioni – la Spagna su tutte ma non solo – perseguirono il proprio progetto di unificazione identitaria cancellando l’altro, eliminando le diversità in favore di una presunta purezza religiosa: i primi a subirne le conseguenze furono gli ebrei. E analizzarne il tragico esodo del 1492, ha spiegato lo storico, è utile per capire fenomeni migratori del presente e i loro possibili effetti (“Al passato rivogliamo domande sul presente e vi cerchiamo risposte”, ha sostenuto Prosperi). Mentre infatti le grandi nazioni adottarono come regola l’esclusione, diverso fu l’approccio dei piccoli stati in particolare italiani. Esempi positivi di chi accolse gli ebrei fuggiti da Spagna e Portogallo (spesso nei loro viaggi preda di pirati e criminali, che li derubavano e uccidevano) furono Ferrara e Livorno. In particolare di quest’ultima, Prosperi ha ricordato come grazie all’arrivo degli ebrei portoghesi divenne uno dei porti più importanti del Mediterraneo, grazie a quell’imprenditoria ebraica che creò relazioni con l’Inghilterra e con la Cina, con l’estero, attraverso un sistema basato sulla fiducia e sul superamento delle barriere linguistiche e culturali. “Dove non si è innalzata la barriera della violenza religiosa – ha detto Prosperi – e dove sovrani saggi o città libere hanno protetto i migranti dall’inquisizione, si svilupparono realtà che spiccarono come isole nel corpo di un’Europa intollerante. Quindi, se dovessimo giudicare il presente in cui viviamo, possiamo dire che bene a fatto la cancelliera Merkel a varare la legge per l’integrazione dei rifugiati e il loro avvio al mercato del lavoro”.

Daniel Reichel

(3 giugno 2016)