RiMEIScolando – Il campo di Bassani
“Ero un ragazzo dotato di un fisico eccellente (giocavo a tennis niente affatto male, ormai posso dirlo senza falsa modesta), e la vita per me era tutta da scoprire: qualcosa di aperto, di vasto, di invitante, che mi stava dinanzi, e a cui mi abbandonavo con impeto cieco, senza mai voglia di ripiegarmi su me stesso un momento solo”. Così ricordava Giorgio Bassani il tempo della sua primavera ferrarese. Giocava a tennis al Circolo Marfisa d’Este, in via Aurelio Saffi, il più esclusivo di Ferrara. Poi, con le leggi razziali, tutta la famiglia Bassani fu espulsa dal club sportivo ed egli fece chiaro riferimento a questa amara esclusione nel suo romanzo più famoso, Il Giardino dei Finzi-Contini. Dopo quasi ottanta anni, Giorgio Bassani torna al suo prediletto circolo, dove tra l’altro, oltre a giocare a tennis, amava anche consumare i pasti ed
intrattenersi con gli amici. Ci torna, seppure idealmente, grazie a una bella iniziativa presa dal Tennis Club Marfisa in occasione del centenario dello scrittore. Quattro incontri con autorevoli voci di Ferrara – lo storico Francesco Scafuri, il classicista Claudio Cazzola, l’italianista Gianni Venturi e la gloria del tennis e del giornalismo sportivo italiano Gianni Clerici – per ricordare i luoghi bassaniani, i dialoghi letterari e quelli con la racchetta. Alla presenza del sindaco Tiziano Taliani, dell’assessore alla Cultura e vicesindaco Massimo Maisto, membro, tra l’altro, del Cda del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, nonché vero sostenitore del MEIS, ho salutato per la prima volta i ferraresi nei miei nuovi panni di direttore del Museo, esprimendo la soddisfazione di far tornare Bassani ai suoi amati campi di tennis ferraresi. Anche io sarei stata esclusa da quel circolo, ho ricordato. Oggi sono a Ferrara per dare una spinta al retaggio vivo dell’ebraismo italiano e raccontare quante partite, e non solo di tennis, gli ebrei italiani sono ancora in grado di giocare.
Simonetta Della Seta
(8 giugno 2016)