Setirot – Però
Fateci caso: quante volte avete sentito dire, in particolare in questi giorni carichi di tensione politico-elettorale, “non ho nulla contro gli ebrei, anzi ho molti amici ebrei…”, dove quella sospensione nel tono della voce la dice lunga; “lo Stato d’Israele ha tutti i diritti di esistere, ma…”; “non tutti i musulmani sono terroristi, però…”; “i migranti?, certo che non si può lasciarli morire in mare, tuttavia…”; “gli omosessuali?, i rom?, guai a chi istiga all’odio nei loro confronti, nondimeno…”.
A me capita di sentirlo ripetere spesso. E ogni volta mi viene in mente quanto ci ha insegnato il Maestro con cui studio. Lui si riferisce alla missione degli esploratori in Eretz Israel, o meglio alla loro colpa, ovvero l’aver aggiunto alla fine della relazione assolutamente positiva un però. Nella Torah (Numeri, 13; 28) – ci ha spiegato il rav – però è indicato con la parola efes; efes, la medesima parola che in ebraico moderno significa zero. La concatenazione di ebraico biblico e ebraico moderno, con l’aggiunta delle interpretazioni talmudiche, che cosa ci dicono dunque? Che “spesso aggiungere un ‘però’ significa azzerare e vanificare tutto”, tutto quanto s’è detto prima.
Stefano Jesurum, giornalista
(9 giugno 2016)