…Tel Aviv
Il vivace quartiere di bar, ristoranti, locali alla moda è affollatissimo ed è stato rinnovato di recente. Comprende le vecchie case restaurate del villaggio dei Templari di Sarona, e si trova sul marciapiede di fronte al ministero della difesa e al quartier generale dell’esercito, in teoria il luogo più difeso di tutto il paese. I due giovani avventori sono cugini, provengono dal villaggio di Yatta a sud di Hebron, hanno giacchetta nera e cravatta e portano delle borse, sembrano due avvocati. Dalle borse estraggono due mitra Karl Gustav, made in Hebron, sparano, uccidono quattro persone e ne feriscono sei gravemente, prima di essere inseguiti. Uno viene catturato, l’altro ferito, arrestato e subito portato all’ospedale Ichilov (lo stesso in cui morì Yitzhak Rabin dopo l’attentato). I medici lo operano per cercare di salvargli la vita. È appena iniziato il Ramadan, e gli analisti avevano già spiegato il giorno prima che durante questo mese aumentano gli atti di terrorismo, c’è più fervore religioso, maggiore incitamento da parte dei predicatori. Una reazione pavloviana. Siamo in Medio Oriente, a Tel Aviv.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(9 giugno 2016)