La strage al telefono
Diffuse dalle autorità le trascrizioni parziali dei contatti intercorsi tra la polizia e il terrorista islamico autore della strage al locale gay di Orlando. La decisione ha innescato alcune polemiche. “Nel testo fornito ai media – spiega infatti Guido Olimpio (Corriere) – sono stati tolti i riferimenti allo Stato Islamico e al suo leader perché ‘non si voleva fare il gioco del terroristi’. Una scelta contestata da altri, compresi alcuni esponenti repubblicana, che l’hanno considerata una censura inutile e ‘politica’ visto che è evidente a cosa si riferisse l’assassino”.
“Sarò rappresentante di tutti i cittadini che mi hanno eletta e non solo dei musulmani. Mi dedicherò alla tutela di tutte le minoranze, con uno sguardo alla pluralità della città”. Così Sumaya Abdel Qader, 38 anni, neo consigliera comunale a Milano con il centrosinistra. Una scelta che continua a far discuter per le posizioni di odio anti-israeliano del Caim, il coordinamento islamico di cui fa parte. A proposito del ben noto dibattito sulla moschea, Sumaya racconta a Repubblica Milano: “Il tema dei luoghi di culto riguarda tutti i cittadini, non solo i musulmani, e io non rappresenterò solo loro. Quindi se ci sono minoranze religiose, a tutte dovremo garantire luoghi per la preghiera”.
“La moderazione non paga” dice il leader leghista Matteo Salvini in una intervista con La Stampa. “Milano – sostiene Salvini – dimostra che il ‘dentro tutti’ non paga. La formula moderata è sbagliata e le minestre riscaldate la gente non le mangia”.
Sventato in Iran quello che secondo l’Intelligence locale rischiava di essere il peggior attentato mai organizzato nel paese. A organizzare l’attacco sarebbero stati quelli che l’Intelligence iraniana ha definito takfiri, “termine usato per indicare terroristi dello Stato Islamico ma anche i wahabiti: nel qual caso i mandanti sarebbero riconducibili alla principale rivale dell’Iran sciita in quell’area, l’Arabia saudita” (la Repubblica).
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(21 giugno 2016)