Maturità 2016 – Eco, Saba, il voto alle donne
porre la collettività al centro

somekh “Siamo circondati di poteri immateriali, che non si limitano a quelli che chiamiamo valori spirituali, come una dottrina religiosa. E tra questi poteri annovererei anche quello della tradizione letteraria”. Inizia così la riflessione di Umberto Eco tratta da Su alcune funzioni della letteratura (a sua volta compreso nella raccolta Sulla letteratura del 2002) scelta dal ministero dell’Istruzione per l’analisi del testo della prima prova dell’esame di maturità di quest’anno, svoltasi questa mattina. “Riflessione fondamentale, quella di Eco. Se dovessi svolgere la traccia in chiave ebraica mi troverebbe sostanzialmente d’accordo su tutto. Del resto siamo chiamati popolo del Libro”, commenta rav Alberto Somekh. E sono tanti gli spunti di riflessione con una prospettiva ebraica che emergono dalle tracce dei temi di quest’anno, su cui Pagine Ebraiche ha chiesto un parere alla semiologa e allieva di Eco Valentina Pisanty, e gli storici Anna Foa e David Bidussa. Tra questi i settant’anni dalla prima volta in cui le donne votavano in Italia, che come osserva Foa “permette di fare un discorso sulla Resistenza e sulla guerra, ma anche sulla modernità”. Una scelta che, secondo Bidussa, con il valore universale dell’evento preso in analisi, riflette “una precisa volontà di far diventare il 2 giugno, la festa della Repubblica, la celebrazione una festa collettiva”. E un “patrimonio collettivo” è anche la lingua per Umberto Eco, il quale, osserva Pisanty, nel suo discorso “riesce a spiegare con il suo solito stile divulgativo e affabile qualcosa di molto teorico e semiotico, e cioè la misura in cui quando una comunità ha la sua letteratura, questa diventa la sua identità”. Tra le fonti incluse per i saggi brevi o articoli di giornale, compaiono inoltre il sonetto di Umberto Saba Mio padre è stato per me “l’assassino” e un testo di Franz Kafka tratto dalla Lettera al padre, per il tema sul “Rapporto padre-figlio nelle arti e nella letteratura del Novecento”.
s200_valentina.pisanty Lo stralcio selezionato per la maturità è tratto da un discorso che Eco aveva fatto al Festivaletteratura di Mantova nel 2000, spiega Pisanty, “in cui si rivolgeva già ai giovani ponendo la domanda che probabilmente molti di loro avevano sulla punta della lingua: perché leggere?”. Erano varie le risposte individuate da Eco, il quale da quando scriveva, ricorda la semiologa, “sosteneva di aver quasi smesso di leggere i romanzi dei suoi contemporanei”. Ciononostante, prosegue, “anche se l’oggetto non era la letteratura, nelle sue lezioni era molto presente nei numerosi esempi, poiché dava per scontato che tutti i suoi studenti conoscessero i romanzi dell’Ottocento e del Novecento, ed era inutile convincerlo che forse stava sopravvalutando il suo uditorio”. A rendere speciale il suo approccio, conclude Pisanty, era il fatto che Eco “faceva continui salti tra letteratura alta e bassa, e pur riconoscendone lo statuto particolare, non teneva fuori dai suoi discorsi il cinema e la televisione”.
bidussa Sul testo di Eco e la sua intima connessione con il pensiero ebraico si è soffermato anche il rav Somekh, sottolineando che “già Sa’adyah Gaon affermava che la nazione ebraica è tale solo in virtù della sua Torah. E non mi riferisco solo alla Bibbia, ma anche alle sue interpretazioni: in primo luogo il Talmud. Il Talmud fornisce un esercizio su piani logici diversi che nessun prodotto della cultura occidentale è in grado di eguagliare”. Quanto alla questione della lingua – prosegue – “non c’è dubbio che il processo di elaborazione della lingua ebraica moderna iniziato verso la fine dell’Ottocento sia una delle operazioni culturali più riuscite dell’età contemporanea”. Solo un aspetto del testo di Eco, afferma, lo lascia perplesso: “Il Sefer Yetzirah – spiega Somekh – scrive che il mondo è stato creato mediante 32 vie: le 22 lettere dell’alfabeto (ebraico) e le 10 cifre numeriche. Non c’è dunque alcuna antitesi fra il materiale e l’immateriale. Pensiero umanistico e ricerca scientifico-matematica sono entrambi alla base del reale. Semmai, lo spirito ha il compito di elevare la materia, dandole un significato e impedendo che questa si avviti su se stessa. Pertanto, guai se lo spirito la perdesse di vista”.
annafoa Per Bidussa uno dei messaggi più rilevanti del testo di Eco è inoltre il fatto che, “a fronte di un senso comune che pensa che la collettività si fondi sugli slogan, lui pensa che essa si basi sul dialogo, e cioè non su un eroe, un singolo, ma su un contesto, una molteplicità di soggetti – e la letteratura moderna per me è anche questo”. Caratteristica comune a gran parte delle tracce secondo Bidussa il fatto di essere prevedibili, come nel caso di quella su Eco e quella sul voto femminile. Una scelta, quest’ultima, “di inclusione, poiché il fatto che il settantesimo anniversario dalla instaurazione della Repubblica sia concentrato sul voto alle donne, e non su una vittoria militare o su una vittoria di una parte su un’altra, corrisponde alla volontà di far riflettere sulla festa come qualcosa che coinvolge tutti”.
Sulla traccia storica si è concentrata anche Foa, la quale ha osservato come, oltre alle numerose riflessioni sul ruolo della Resistenza e l’esito della guerra a cui il tema è strettamente connesso, “quella delle donne è la grande questione irrisolta di questa nostra modernità. Oggi è prevalentemente l’Islam a rendere difficile una vera integrazione, ma anche nel resto del mondo qualche difficoltà esiste – osserva – basti pensare al femminicidio, al fatto che le donne siano spesso considerate una proprietà degli uomini. Se il voto alle donne ha effettivamente portato, io credo, a un miglioramento della loro condizione – conclude – resta ancora molto su cui ragionare”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(22 giugno 2016)