Qui Roma – Technion, sguardo sull’eccellenza

13494871_1743843222495729_2655173848732304794_n (1) Come portare più italiani a conoscere e sperimentare l’eccellenza del Technion? Portando l’eccellenza del Technion agli italiani. È quello che hanno fatto l’Italian Technion Association (I.T.A), la piattaforma per l’innovazione Talent Garden, nei cui locali si è svolto il corso, e l’incubatore di progetti digitali Digital Magics, con le due giornate di “Lessons from the Startup Nation”, un workshop tenuto a Roma nelle giornate di ieri e di oggi da professori del Technion sui temi di grande attualità dell’open innovation, il management e i processi adottati dalle organizzazioni e startup per innovare prodotti, servizi e modelli di business.
“Si tratta di una sorta di ‘assaggio’ di quelle che sono le lezioni dei master del Technion, per far vivere l’esperienza e invogliare a iscriversi ai corsi veri” ha spiegato a Pagine Ebraiche nel corso cena di gala tenutasi ieri sera Carlo Alberto Pratesi, professore ordinario di marketing presso l’università degli Studi Roma Tre e ideatore e coordinatore di Open Innovation Academies, un programma di workshop che ha l’obiettivo di connettere i maggiori esperti di innovazione tecnologica provenienti dalle principali università e business school del mondo con le aziende e le startup di Roma.
L’ispirazione è venuta a Pratesi circa una decina di anni fa, quando partecipò a un’iniziativa simile proposta dall’Università statunitense di Stanford, che come operazione di marketing ricreava qualche giornata di un suo master proprio nella Capitale italiana. “Ho pensato – ha quindi raccontato – che invece che proprorre una classica presentazione dei corsi, questa potesse essere una buona idea per l’Italian Technion Association, che l’ha subito accolta favorevolmente”. Ed è soddisfatto il presidente Piero Abbina, il quale ha aggiunto che grazie all’intensa due giorni “abbiamo voluto far capire come un master del Technion prepara i potenziali dirigenti di aziende a un mondo come quello dell’innovazione che si evolve giorno per giorno, in cui poiché ciò che è buono oggi non sarà più buono domani la chiave è giocare d’anticipo, ed è questo che fa il Technion”. Lo scopo dell’I.T.A, come ha illustrato una dei suoi fondatori, Nora Alkabes, è inoltre quello di “approfondire i legami del Technion con le università italiane e possibilmente anche con le industrie, per incrementare la collaborazione accademica e non solo favorire gli accordi, ma fare concretamente incontrare le persone”. Una missione che in Italia trova terreno fertile, dal momento che si tratta “del secondo partner scientifico di Israele al mondo”, come segnala Alkabes. Per questo al network creato “Lessons from the Startup Nation” partecipa un folto pubblico di ricercatori, ma anche di giovani che lavorano in grandi aziende, e di startupper di successo, come ha spiegato Serena Terracina, dell’I.T.A.
A tenere le lezioni del laboratorio nella giornata di ieri è stata la professoressa Miriam Erez (nell’immagine), fondatrice del Knowledge Center for Innovation, la quale si è concentrata su cosa significhi pensare l’innovazione attraverso un’analisi del percorso necessario a portare un’idea sul mercato, dall’identificazione dei problemi, allo sviluppo di un modello di business fino alla sua presentazione. “Cosa significano creatività e innovazione? La creatività si misura attraverso il fluire delle idee, la loro originalità e la loro rilevanza – ha spiegato – ma la vera innovazione è quella che identifica una sfida e riesce a implementare una situazione”. Concorda l’econimista Ido Erev, il quale ha sottolineato che “parlare di innovazione significa parlare di come migliorare e incentivare la vita delle persone, e la vera innovazione è quella che risolve conflitti sociali”. È su questo che si basa la lezione odierna di Erev, che fornisce una panoramica delle ricerche in teoria dei giochi e behavioural economics.

(24 giugno 2016)