Uk, è Brexit
“Vinto senza sparare”
Salvini, Le Pen, Wilders. Partiti populisti e gruppi di estrema destra in tutto il continente, che sperano di poter replicare la consultazione nel proprio paese.
Ecco chi esulta in queste per la vittoria del Brexit, che decreta l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
“Questa è la vittoria che significa un nuovo giorno dell’indipendenza per il nostro Paese. È l’alba di un Regno Unito indipendente” dichiara il leader dell’Ukip Nigel Farage. “Una vittoria della gente vera, una vittoria della gente ordinaria, una vittoria della gente per bene. Abbiamo lottato contro le multinazionali, le grandi banche, le bugie, i grandi partiti, la corruzione e l’inganno”. Farage, urlando davanti ai suoi fan, ha inoltre detto che “abbiamo vinto senza sparare un solo proiettile, ma solo combattendo sul territorio”.
Aula gremita per l’insediamento del primo consiglio del Municipio 8 di Milano. Con gli iscritti alle sezioni di zona dell’Anpi in prima fila. E fuori dall’aula del centro civico di via Quarenghi, a Bonola – scrive Corriere – centinaia di cittadini ad accogliere con urla e grida il neoeletto Stefano Pavesi, 25enne militante di estrema destra di Lealtà e azione e Gruppo Alpha la cui candidatura molto aveva fatto discutere negli scorsi giorni. Alcuni dei dimostranti, si legge ancora, “si sono presentati con delle Stelle di David di stoffa cucite sul petto, triangoli rossi, rosa e marroni in memoria dei detenuti dei campi di sterminio”.
Erano concreti i piani terroristici manifestati dal marocchino Abderrhaim Moutaharrik e da sua moglie Salma Bencharrki e dal connazionale Abderrhmane Khachia. Come riporta Il Giorno, a mettere nero su bianco sono i giudici del tribunale del Riesame che l’11 maggio hanno respinto la loro richiesta di scarcerazione presentata dal legale dei tre presunti jihadisti arrestati il 28 aprile tra la Lombardia e il Piemonte. In alcune intercettazioni finite tra gli atti di indagine, Abderrhaim manifesta la propria intenzione di diventare un “martire di Allah” e di colpire Roma con un attentato all’ambasciata di Israele o in Vaticano.
Pronuncia il sua primo discorso in memoria del giudice Amato ammazzato dai Nar e s’impegna perché la verità venga sempre prima di tutto. S’intrattiene a lungo con la comunità ebraica e non fa una piega quando depone la corona all’Altare della Patria. Bisogna che le facciano una Fascia tricolore più piccola perché questa è troppo grande e non le dona. Ma Virginia Raggi, scrive l’Unità, “impara in fretta l’aplomb del primo cittadino della Capitale d’Italia”.
“Nel lungo giorno dell’insediamento in Campidoglio, inseguita dalle telecamere pronte a immortalare la prima gaffe, non sbaglia una parola nè la piega del viso. Naturale o imparato – si legge – è brava”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(24 giugno 2016)