Israele-Turchia, la svolta
Sei anni dopo aver interrotto le relazioni diplomatiche e congelato i rapporti economici, Israele e Turchia riallacciano le loro relazioni. L’intesa è data per fatta dalle televisioni israeliane che hanno anticipato la notizia ieri sera e l’annuncio ufficiale, scrive tra gli altri Repubblica, “verrà dato oggi dallo stesso premier Benjamin Netanyahu a Roma” (dove è volato per incontrare il segretario di Stato americano John Kerry e il premier italiano Matteo Renzi).
Secondo le anticipazioni della stampa turca e israeliana, l’accordo prevede l’indennizzo da parte di Israele ai parenti delle nove vittime della Mavi Marmara e la possibilità che Ankara invii alla popolazione della Striscia di Gaza (attraverso il porto israeliano di Ashdod) “materiali per costruire infrastrutture per acqua, elettricità e ospedali”.
Vaticano-Ankara: scontro sul genocidio armeno. “Io credo che la Chiesa non solo deve chiedere scusa alle persone omosessuali che ha offeso, ma ai poveri, alle donne e ai bambini sfruttati, di avere benedetto tante armi”. Così Bergoglio nel corso della sua missione (conclusasi ieri) in Armenia.
Riferendosi alla parola ‘genocidio’ utilizzata per descrivere la persecuzione turca nei confronti del popolo armeno, Bergoglio ha spiegato ai giornalisti che lo seguivano sul volo papale: “Ho sempre parlato dei tre grandi genocidi del secolo scorso, quello armeno e poi quelli compiuti da Hitler e da Stalin. Il diritto alla protesta lo abbiamo tutti…Ma nel discorso volevo sottolineare un’altra cosa: in questi tre genocidi le grandi potenze internazionali guardavano da un’altra parte. Si deve fare una domanda storica: perché non avete fatto qualcosa, voi potenze? Non è un’accusa, è una domanda. Questa parola, genocidio, io non l’ho mai detta con animo offensivo, ma oggettivamente”.
Durissima contestazione da parte del vicepremier turco, che dice: “Non è stata una dichiarazione obiettiva né conforme con la realtà. Nelle attività del papa è possibile vedere tutte le caratteristiche o le riflessioni della mentalità delle crociate”.
25 luglio ’43: documenti all’asta. All’asta in luglio i manoscritti della riunione del Gran Consiglio del 25 luglio 1943 che decretò la caduta del regime e l’arresto di Benito Mussolini. “Si parte da una base d’asta di 25-30 mila euro. Ma la speranza – si legge sul Corriere – è che qualche istituzione possa entrarne il possesso mantenendo pubblica la proprietà di un documento importante per comprendere le dinamiche interne al regime che portarono alla fine del fascismo”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(27 giugno 2016)