dovere…
Quando riferiscono al popolo il risultato della loro ricognizione, gli esploratori dicono di aver visto dei giganti talmente alti che essi si sentivano come cavallette, e soggiungono “e così eravamo ai loro occhi”.
Il Midrash, riferito da Rashì, si domanda come facessero gli esploratori a sapere cosa pensassero di loro i giganti, e risponde che hanno sentito i giganti dirsi l’un l’altro: “Nelle vigne ci sono delle formiche in forma umana”.
Senonché, c’è una difficoltà: gli esploratori parlano di cavallette, e i giganti parlano di formiche. Perché?
Dal libro di Mishlè impariamo che la formica ci insegna come comportaci di fronte all’impegno impostoci dal dovere. In quel momento gli esploratori stavano eludendo il loro dovere, quindi – in un sussulto di coscienza – non se la sentivano di paragonarsi ad un animale nobile come la formica…
Elia Richetti, rabbino
(30 giugno 2016)