Hebron, giro di vite sulla città del terrorismo

vittima thumbDopo una relativa calma nelle ultime settimane la violenza palestinese ha vissuto un nuovo momento di escalation. Dall’attentato nel cuore di Tel Aviv, in cui due terroristi palestinesi hanno ucciso quattro persone, fino ad arrivare agli attacchi in Cisgiordania in cui prima è stata accoltellata a morte a Kiryat Arba (insediamento israeliano) una bambina di 13 anni, Hallel Ariel, e poi è stato ucciso Michael Mark, padre di dieci figli e direttore della yeshiva ortodossa dell’insediamento di Otniel. Mark stava viaggiando nei pressi di Hebron quando la sua auto è stata crivellata di colpi. A bordo, anche la moglie, ricoverata in terapia intensiva, e due figli, rimasti anche loro feriti. A unire i tre episodi di attacchi, la provenienza degli attentatori, tutti di villaggi attorno a Hebron. Da qui la decisione del governo israeliano di chiudere l’area della città, considerata la roccaforte del movimento terroristico di Hamas in Schermata 2016-07-03 alle 13.13.00Cisgiordania, e della zona adiacente, dove abitano 700 mila palestinesi. “Faremo uno sforzo particolare per rafforzare le comunità in Cisgiordania e proporremo un piano speciale per Kiryat Arba in occasione della prossima riunione di gabinetto”, ha dichiarato nelle scorse ore il Premier israeliano Benjamin Netanyahu all’inizio del settimanale riunione di gabinetto, aggiungendo, che ha istruito tutti i ministeri del governo per fare la loro parte per aiutare gli insediamenti in Cisgiordania.
L’esercito intanto ha imposto importanti restrizioni al trasferimento da e per la zona di Hebron, e ha annunciato la revoca di massa dei permessi di lavoro per i residenti di Bani Naim, il villaggio in cui viveva l’assassino di Ariel.