“I grillini sottovalutano
il terrorismo”
Da parte del Movimento 5Stelle c’è una forte sottovalutazione del terrorismo, in particolare della minaccia costituita dagli integralisti di Hamas per Israele e per tutte le società progredite. A sottolinearlo, in una ampia intervista a Repubblica, è la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. “In Europa si è vissuto per decenni in serenità – afferma Di Segni, che interviene con fermezza a poche ore dalla boutade della delegazione grillina che ieri ha tentato vanamente di entrare nella Striscia di Gaza, per poi lanciare deliranti accuse al governo israeliano – ma sappiamo quanto terrorismo c’è e quanto è pericoloso. Dobbiamo riconoscere il problema prima delle soluzioni, e temo che nelle parole dei 5Stelle vi sia una sottovalutazione del rischio terrorismo. La questione è italiana, non solo di quel Movimento: c’è un disagio nel riconoscere il problema. Noi possiamo essere d’aiuto nella soluzione, ma è arrivato il momento per la società italiana di maturare questa consapevolezza. Si può scegliere la strada della sicurezza oppure si può scegliere di riconoscere soggetti deboli se tolti da quella violenza che li circonda. I palestinesi starebbero meglio con una guida diversa da quella attuale”. Al giornalista che le chiede un commento sull’intenzione manifestata dal Movimento di mettere in discussione le intese tra la romana Acea e l’israeliana Mekorot, Di Segni risponde: “Mekorot è una società a partecipazione statale molto importante, affidataria della gestione delle fonti idriche in Israele. Tutta la geografia della regione poggia su queste limitatissime risorse. Temo che quella dei 5Stelle sia una presa di posizione politica aprioristica, senza conoscere la topografia e la tecnologia. Beneficiamo tutti del credito tecnologico anziché etichettarlo politicamente. Poi colpisce che si metta in discussione un’intesa tra Acea, che ha problemi di dispersione dell’acqua, e Mekorot, specializzata nel valorizzare ogni goccia della risorsa”.
Proprio ieri il parlamentare grillino Manlio Di Stefano, da Gerusalemme commentava: “Non facciamo accordi con chi opera nelle colonie, lo abbiamo detto in Parlamento e lo confermiamo”. Una posizione condivisa da non pochi colleghi di partito, improvvisati esperti di Medio Oriente e geopolitica. E d’altronde, come ricorda La Stampa, non mancano tra loro “antisionisti, complottisti e filo Hamas”.
Molteplici gli articoli di approfondimento e molteplici le voci che commentano oggi sui giornali la missione pentastellata.
Sul Corriere, lo scrittore israeliano Etgar Keret racconta il suo incontro con alcuni dei grillini. “Io e loro in spiaggia. Uno spot di intenzioni buone e impraticabili” titola la redazione di via Solferino.
Alla Stampa la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello dice: “La visita non è finita e si può sempre migliorare ma finora ci sono state delle dichiarazioni un po’ contraddittorie, prima il sostegno alla soluzione due popoli due Stati, poi la condanna della violenza di Hamas e ora Gaza”.
Il dolore e il cordoglio di una intera comunità ieri a Fermo per i funerali di Emmanuel, il giovane nigeriano ucciso dall’odio razziale. Si legge su Repubblica: “Chinyery è vestita di bianco, in prima fila. Ha voluto che la bara di Emmanuel fosse portata in Nigeria e così sarà. Non regge l’emozione, sviene. La soccorre la presidente Boldrini. Sull’altare sale un ragazzo nigeriano: Nessuno di noi vive per se stesso. Nessuno di noi muore per se stesso. Dio ci ha creato di colori differenti ma abbiamo lo stesso sangue”.
Gli ordini erano tassativi: i figli di 5 e 8 anni non dovevano mettere piede nelle chiese, ma studiare a memoria i versetti del Corano. Sono stati i diktat manipolatori, uniti alle persecuzioni alla ex moglie, un’impiegata romana sposata nel 2005 – riporta tra gli altri Il Messaggero – a spingere la procura di Roma a disporre il giudizio immediato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia per un 50enne libanese, “divenuto dopo la separazione particolarmente aggressivo e assillante”.
Sul Corriere, una presentazione del prestigioso convegno internazionale “Il Ghetto come metafora globale” in programma domani a Venezia in occasione del Cinquecentenario del Ghetto.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(11 luglio 2016)