Informazione – International Edition
Venezia pronta per il Mercante di Shakespeare

FullSizeRender (24) Cinquecento anni dall’istituzione del Ghetto di Venezia, quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare. Sarà una doppia occasione di ricordo e riflessione quella che alla fine di luglio porterà in scena per la prima volta nella piazza del quartiere ebraico della città lagunare “Il mercante di Venezia”, una delle opere più conosciute del drammaturgo vissuto tra il 1564 e il 1616. Questo il tema che apre l’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition.
A proposito di anniversari, in novembre ricorreranno i 50 anni dall’alluvione di Firenze, che nel 1966 portò morte e devastazione nel capoluogo toscano. Pesantemente colpita anche la comunità ebraica: tra l’altro furono gravemente danneggiati oltre novanta Sefarim (rotoli della Torah) e migliaia di libri e documenti appartenenti al Collegio rabbinico della città. Diversi enti sono al lavoro per una grande mostra che ripercorra l’accaduto in programma in autunno presso la biblioteca nazionale (tra gli altri la Fondazione Beni Culturali Ebraici Italiani, l’Opera del Tempio Ebraico di Firenze, realtà di riferimento per la conservazione, il restauro e la valorizzazione di sinagoghe e altri luoghi ebraici nel territorio, la Comunità, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e in particolare il suo Centro Bibliografico).
Settanta volte DafDaf: come spiegato al pubblico internazionale, il giornale ebraico dei bambini ha compiuto 70 numeri, con tanti contenuti speciali, compreso un testo del direttore della redazione giornalistica dell’UCEI Guido Vitale che racconta di uno dei suoi autori preferiti, Erich Kaestner, e del disegnatore Walter Trier, due amici che combattevano per la libertà con le loro penne e matite.
Il Conseil Représentatif des Institutions Juives, la massima rappresentanza ebraica francese, ha eletto un nuovo presidente, Francis Kalifat, che intervistato da Pagine Ebraiche fa il punto sulla vita della comunità d’Oltralpe, tra la minaccia dell’antisemitismo e le nuove iniziative.
Ed è il francese la lingua settimanale della sezione Bechol Lashon, con un omaggio di rav Benedetto Carucci Viterbi a Elie Wiesel, sopravvissuto alla Shoah, scrittore, Premio Nobel per la Pace scomparso negli scorsi giorni: “Ecco cosa è il Talmud: negando tutto quanto è meschino, eleva anche ciò che è futile e vile… Un’altra definizione di Talmud? Il rimedio migliore contro la dimenticanza… Per me il Talmud è ancora un’altra cosa. È un canto indimenticabile, quello della mia infanzia”. Il docente dell’Università di Bar Ilan Yaakov Mascetti invece riflette sull’episodio che, nel Libro di Bamidbar, vede il popolo ebraico nel deserto reclamare a gran voce l’acqua, favoleggiando per l’ennesima volta i tempi della schiavitù in Egitto e protestando contro Mosè. Il grande leader, per ottenere l’acqua, commetterà l’errore di battere la roccia con il bastone, invece di parlarle come gli aveva ordinato D-o. “Colpire la roccia con rabbia è certamente il modo più semplice di far fluire l’acqua, ma è l’unico?”, si domanda.
Per Italics, su Pagine Ebraiche International Edition la ripresa di un articolo di Quartz dedicato alla storia della Sindrome K, inventata da alcuni medici dell’Ospedale Fatebenefratelli a Roma per proteggere un gruppo di ebrei che vi si era rifugiato.
Nella sua rubrica It Happened Tomorrow, Guido Vitale cita un articolo del Washington Post: “Quello è stato un punto di svolta per molti – spiega Lisa Spies, consulente repubblicana per il fund-raising, già membro dello staff della Repubblican Jewish Coalition – Ha forzato la gente a dire ‘Per ora prendo le distanze’ oppure ‘Non posso votare per quest’uomo’”.

Rossella Tercatin

(11 luglio 2016)