La storica insegnante degli ebrei milanesi
Paola Sereni (1926 – 2016)

8659186076_bbdf49f7f8_zSono innumerevoli i messaggi di affetto e di stima che in queste ore ricordano Paola Sereni, indimenticata docente di Lettere e preside della Scuola ebraica di Milano, scomparsa questa notte all’età di 90 anni. Un punto di riferimento per generazioni di studenti e per i colleghi, le parole più usate per descrivere il segno che Sereni ha lasciato nella Comunità ebraica milanese. “La sua filosofia di vita era racchiusa nelle parole che un giorno le disse rav David Schaumann z.l. (a cui Sereni succederà come preside della scuola) – racconta a Pagine Ebraiche Claudia Bagnarelli, attuale direttrice delle scuole elementari della Keillah milanese, che con Sereni condivise un’amicizia – ‘Non affannarti a piacere a tutti. È impossibile. L’importante che tu riesca a piacere a molti’. E sicuramente ci è riuscita”. Per 35 anni Paola Sereni – o La Sereni come era conosciuta da molti – ha insegnato e trasmesso ai suoi studenti l’amore per la letteratura. Le sue lezioni su Dante sono ancora fresche nella memoria di chi ha avuto la fortuna di ascoltarle. “Era una sola persona che lavorava per quattro o per cinque, lucida e vitale fino alla fine, giusta e corretta”, il ricordo di Anna Treves, docente della Scuola ebraica e assunta proprio da Sereni (alla guida dell’istituto dal 1975 al 1998) nel settembre del 1980. “Una donna forte e risoluta, non sempre facile ma di grande valore – sottolinea Roberto Jarach, assessore alla Scuola quando Sereni ne era preside – diede continuità al lavoro dai suoi predecessori, rav Colombo e rav Schaumann, ponendo al centro l’insegnamento dei valori ebraici seppur da una posizione laica”.
In queste ore un messaggio di cordoglio è arrivato anche da Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ente di cui Sereni è stata Consigliere, portando con sé il suo impegno per il mondo ebraico e per l’educazione.
A Milano, gli anni da insegnante di Sereni – e poi di preside – sono quelli in cui i figli delle varie realtà ebraiche stabilitesi a Milano, fuggite da paesi come Libia, Egitto, Libano, Iran, iniziano a frequentare la scuola della Comunità. “La scuola è il luogo e il momento di incontro di tutte le lingue e le culture presenti nella Comunità e può essere, a ragione, considerata crogiolo di etnie”, spiegherà Sereni, parlando con il sito di informazione ebraica Morasha. “Gli ebrei, come minoranza, hanno ottenuto nell’Illuminismo (anche se poi l’hanno perso nel secolo successivo) il diritto all’uguaglianza. Tutta l’educazione del mondo ebraico si fonda sul diritto all’uguaglianza, come valore da insegnare, da trasmettere, conservare, ravvivare e mai fare spegnere. E questo – ribadiva Sereni – perché è sottile la linea che separa la tolleranza dalla sopportazione. La tolleranza non deve mai sfociare in sopportazione, significherebbe non aver capito la lezione della vita. È questo diritto che la scuola ebraica insegna, che deve essere valido per se stessi, come per gli altri”.
Con lei preside, ricorda Jarach, prenderà avvio nel 1986 il progetto del liceo sperimentale unitario, ovvero un biennio comune e un triennio in cui gli studenti studiavano le materie specifiche di indirizzo, rispettivamente scientifico, linguistico classico e moderno, tecnico. La sua passione per le lettere non le impedirà di impegnarsi per valorizzare tutti gli indirizzi. “Era una vera insegnante (tanto da insegnare anche al fuori della scuola letteratura italiana, con corsi alla Casa di Riposo e alla Società umanitaria ) – ricorda Giorgio Sacerdoti che con Sereni collaborò nelle vesti di presidente della Comunità ebraica di Milano – Una grande figura di donna che amava i suoi studenti e continuava a seguirne il percorso al di là della scuola ricevendo in cambio profonda gratitudine. Era impegnata e combattiva, e guardava alla scuola come una casa comune, come il luogo di tutti”. In realtà, racconterà lei stessa, inizialmente non era convinta di accettare il ruolo di preside, visto che la sua vera vocazione era l’insegnamento, poi però prenderà su di sé questa responsabilità. “Ha lasciato una grande e indimenticabile eredità alla scuola. Lei era un monumento, un’istituzione – le parole di Claudia Bagnarelli – Emanava forza e autorevolezza sapendo però essere anche calorosa e dolce. Una grandissima donna dal carattere indomito. La sua amicizia è stata per me un onore. Con lei si è chiusa una pagina importante della nostra Comunità”. Anche uscita da scuola, una volta in pensione, il suo legame con l’istituto, con i suoi docenti e studenti, rimarrà saldo.

“Per molti di noi è stata molto più di una professoressa e di una Preside della Scuola ebraica di Milano. – il ricordo affidato ai social network del parlamentare Emanuele Fiano – Per me fu maestra di antifascismo e di cultura italiana. Dante e Manzoni, e poi Calvino, Pavese, Vittorini, Fenoglio, Moravia e Montale. Devo a lei l’amore per certe scritture e per certe atmosfere neorealiste. Con la sua voce sempre appena roca, quella leggerissima inflessione romana, mi fece assaporare quell’atmosfera italiana della guerra e della ricostruzione in cui lei era cresciuta, la sua descrizione della scrittura aggiungeva profondità della storia, raccontava atmosfere che mi mancavano, che il racconto di mio padre era tragico ed insostituibile, ma tutto su Auschwitz e la deportazione”.
Tanti hanno affidato ai social network i propri ricordi: “Grazie per il modo meraviglioso con cui mi hai insegnato Dante – scrive la giornalista scientifica Daniela Ovadia – e l’insistenza con cui ci spiegavi la teologia cristiana, dicendo che, ebrei o no, non potevamo vivere in occidente senza conoscerla. Grazie per aver pianto, quel giorno in presidenza quando ti ho detto che lasciavo la scuola ebraica per finire il classico alla scuola pubblica perché stavo soffocando, mi dicesti che era un grande fallimento, per te, non essere riuscita ad aprire la nostra scuola al mondo come avresti voluto. Sei stata una grande insegnante, una maestra di vita. Sia il tuo ricordo di benedizione.

Daniel Reichel

(11 luglio 2016)