Qui Milano – “Arrivederci ambasciatore”

IMG_20160711_202428Milano ha dato il suo saluto all’ambasciatore israeliano in Italia Naor Gilon, che nelle prossime settimane concluderà il suo mandato e tornerà in Israele. A organizzare l’incontro, tenutosi nelle sale del Memoriale della Shoah – Binario 21, la Comunità ebraica di Milano assieme al Keren Kayemeth LeIsrael e al Keren Hayesod. “Vi ringrazio per questa accoglienza – ha sottolineato l’ambasciatore – in un luogo così significativo. Mio padre era un sopravvissuto alla Shoah ma non ha mai parlato del suo passato. Da noi in casa tutto era proiettato verso il sionismo”. La Memoria della tragedia, ha sottolineato Gilon – che in programma ieri aveva un incontro con il Primo ministro Matteo Renzi -, è importante così come la consapevolezza che oggi “il popolo ebraico ha una garanzia ed è Israele”. A fare gli onori di casa, Roberto Jarach, vicepresidente della Fondazione del Memoriale – all’incontro era presente anche il presidente Ferruccio De Bortoli -, a cui sono seguito i ringraziamenti per il lavoro svolto in questi anni da parte dei presidenti della Keillah di Milano Raffaele Besso e Milo Hasbani. Quest’ultimo ha ricordato l’impegno della Comunità a far coltivare i valori dell’ebraismo e l’amore per Israele e il lavoro svolto per raccontarli anche all’esterno, con iniziative come Jewish in the City o la Giornata europea della cultura ebraica che il 18 settembre vedrà Milano come città capofila, senza dimenticare il successo del Padiglione Israele a Expo. “È stato uno dei padiglioni più visitati – ha sottolineato Gilon – un motivo di orgoglio e un modo per raccontare la realtà israeliana oltre al conflitto. Purtroppo infatti il più grande nemico di Israele è l’ignoranza. E questi eventi servono a combatterla”.
A portare i saluti del Keren Kayemet e del Keren Hayesod, i presidenti Sergio Castelbolognesi
e Andrea Jarach.
Prima dell’incontro al Memoriale, l’ambasciatore Gilon ha partecipato alla fase finale della quinta edizione di Start Tel Aviv Competition, una competizione che vede start-up italiane sfidarsi per poter partecipare al bootcamp che ogni anno si tiene a Tel Aviv in occasione del DLD- Digital Life Design Festival (tech conference dedicata a innovazione, digitalizzazione, scienza e cultura). Vincitori di questa edizione, contrassegnata dall’introduzione di un requisito particolare ovvero che tra i fondatori della start-up ci fosse una donna, è stata Yenetics, il cui progetto è legato al settore della bio ingegneria medica. L’idea di Chiara Saba e Amit Kumar diYenetics infatti è stata di creare il primo test prenatale non invasivo in grado di identificare con sicurezza le 100 malattie genetiche più diffuse al mondo.

d.r.

(12 luglio 2016)