Qui Trieste – Redazione Aperta
Meis e Cdec, una nuova stagione
di sfide per l’ebraismo italiano

28408325375_20bb387c0b_z“Visione e responsabilità”. Simonetta Della Seta, da alcuni mesi alla guida del Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, descrive così l’approccio per affrontare una stagione di grande movimento per il mondo della cultura ebraica italiana, una stagione ricca allo stesso tempo di complessità e di occasioni. Così nel dialogo con il nuovo direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, Gadi Luzzatto Voghera, si delinea l’immagine del modo di fare cultura che verrà, durante l’appuntamento al Museo ebraico di Trieste organizzato nel corso di Redazione Aperta, il laboratorio giornalistico organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane giunto all’ottava edizione e quest’anno diviso tra Trieste e Venezia. A introdurre il confronto il direttore della redazione Guido Vitale, dopo intervento di benvenuto del consigliere UCEI Mauro Tabor, assessore alla Cultura della Comunità di Trieste e un saluto del direttore del Museo rav Ariel Haddad. Per il pubblico – presenti tra gli altri i consiglieri della Keillah triestina Davide Belleli, Livio Vasieri e Alessandro Treves – la possibilità di ascoltare il punto sullo stato dell’arte e dei progetti in cantiere nelle due istituzioni, approfondendo anche aspetti specifici come la sempre più pressante esigenza di fare rete, a livello italiano e internazionale, e il tema della valorizzazione e reperimento delle risorse. Con un’importante questione di fondo: mantenere e potenziare la capacità di comunicare quanto viene fatto e progettato, in un’età in cui veicolare informazioni e immagine è un’esigenza imprescindibile.
“Negli ultimi anni percepisco un’atmosfera di pessimismo nel mondo ebraico italiano che personalmente non condivido, anzi mi sento di portare una nota di ottimismo. Abbiamo a disposizione tante competenze, un patrimonio di duemila anni di storia a farci da stimolo, una società che ci chiede di raccontarci come dimostra l’interesse che suscitano i nostri luoghi, i musei, l’alta partecipazione alla Giornata europea della Cultura ebraica. La gente percepisce che si tratta di esperienze parte della nostra-loro comune civiltà” ha sottolineato Luzzatto Voghera, spiegando come questo rappresenti anche il modo di affrontare la sfida della trasformazione dell’antisemitismo. A caratterizzare il suo impegno per il nuovo incarico al Cdec saranno un’attenzione particolare alla condivisione e lo sforzo di creare sinergie sia nell’ambito italiano sia nell’ambito internazionale (“La mia visione è poco italo-centrica e molto mondo-centrica” ha scherzato), ma anche un importante sforzo di progettualità concreta, chiave per reperire le risorse necessarie a lavorare, specie nell’ambito della ricerca e delle iniziative culturali.
L’importanza delle collaborazioni dentro e fuori dalla penisola è stata messa in luce anche da Della Seta. “Sto girando l’Italia per conoscere e consultare ogni realtà, Roma, Venezia, Trieste, il Meridione… Il Meis al momento è un cantiere, gli edifici non ci sono stati ancora consegnati, ma il mio messaggio vuole essere quello di un luogo già aperto, dinamico, di scambio, che racconta cosa sono gli ebrei e l’ebraismo a chi non lo sa, ma alimenta anche la vita culturale degli appartenenti alle Comunità”.
Nel pomeriggio, la sfida di cosa e come comunicare un progetto in divenire ma non ancora realizzato è stata al centro di uno specifico confronto tra la direttrice del Meis e i partecipanti a Redazione aperta, tra cui alcuni ospiti del Master in Cultura ebraica e comunicazione dell’Unione. Fra i temi discussi, l’importanza di creare contenuto e una narrativa efficace anche prima del completamento dei lavori, le potenzialità del coinvolgimento del pubblico nella fase di “work in progress”, la sfida di attrarre a Ferrara un pubblico vasto e vario, come ci si aspetta da un’importante istituzione nazionale.
All’orizzonte, già un progetto in comune tra Cdec e Meis, quello di una grande mostra sugli ebrei nella Grande Guerra, in Italia e in Europa in programma per il prossimo anno. “E dopo aver visitato questo museo e visto il materiale sull’argomento che espone – ha sottolineato Della Seta in conclusione del dibattito serale – direi che oggi sappiamo che la storia di quello che accadde a Trieste non può davvero mancare”.

Rossella Tercatin

(19 luglio 2016)