L’Europa e la lotta al terrorismo Isolare e fermare i lupi solitari
A tenere banco sui quotidiani nazionali, la minaccia del terrorismo islamista. Dopo la strage di Nizza, anche la Germania ha visto il suo primo attentato rivendicato dall’Isis: a compierlo, un ragazzo di 17 anni di origine afgana, che, salito su un treno in Baviera, ha accoltellato diverse persone a bordo per poi essere ucciso dalle forze di sicurezza tedesche. Arrivato un anno fa come profugo, l’attentatore, Riaz K., “ si era ‘auto-radicalizzato da poco’, secondo gli inquirenti. II buio era nella sua mente, – scrive Repubblica – non nella vita che viveva nell’idilliaca cittadina adagiata sul Meno”, Ochsenfurt. Secondo un portavoce di un’associazione assistenziale tedesca i profughi come Riaz “soffrono di una solitudine molto pesante, totale”. Devono passare, aggiunge, “da una strategia di sopravvivenza ad una strategia di vita. Non tutti ce la fanno”. E qui ha fatto breccia l’Isis (la cui propaganda, spiega il Corriere in una lunga analisi, è efficace quale che sia il percorso dei suoi seguaci), trasformando il giovane Riaz in un lupo solitario.
Chi sono i lupi solitari. Su La Stampa Gavriel Levi, docente emerito de La Sapienza, spiega come il fenomeno degli attentatori suicidi rientri in una realtà fatta “di nuove solitudini dentro una rete di immagini globalizzate”.“Da quasi un quarto di secolo stiamo assistendo a due fenomeni: -spiega Levi – l’aumento degli omicidi/suicidi nel privato; l’esplosione di un nuovo spettacolare suicidio/omicidio ideologico. Ambedue i fenomeni hanno una nuovissima capacità di contagio reciproco, che dobbiamo considerare con maggiore attenzione. Ambedue i fenomeni trovano la loro forza in un selfie immaginario e globalizzato”.
Come si fermano i lupi solitari. Rinunciare a Schengen o unire i servizi. Questa è la proposta di Boaz Ganor, esperto israeliano di terrorismo internazionale. Intervistato da La Stampa, Boaz afferma che “Se l’Europa, legittimamente, non vuol rinunciare a Schengen, allora l’unica strada è uniformare le intelligence, così da compensare ile debolezze di alcuni degli Stati membri”. Secondo Boaz poi “bisogna formare i corpi di polizia e convincere le società europee che facendo attenzione a quello che ci circonda ogni giorno si possono sventare molti attentati”.
Eroi da non dimenticare. Il giorno dopo l’attentato terroristico a Nizza (che il Corriere oggi ricorda come “la strage dei sorrisi”), è stato anche inaugurato a Tunisi il primo Giardino dei Giusti realizzato in un paese arabo. Lo ricorda Gian Antonio Stella (Corriere), che sottolinea come i giusti ricordati siano tutti musulmani e come “neppure davanti alla ripetitività di troppe stragi rivendicate da feroci assassini del Daesh possiamo fare di ogni erba un fascio”.
Le epurazioni di Erdogan. Dopo il fallito colpo di Stato, il mondo assiste silenzioso di fronte alla feroce campagna di epurazioni portata avanti dal Presidente turco Erdogan. “La purga procede a pieno ritmo. – racconta Giordano Stabile su La Stampa – ‘Ripulite’ le forze di sicurezza con arresti e licenziamenti di massa, ora tocca agli altri apparati dello Stato. Dopo i giudici, insegnanti, professori universitari. Ma anche del privato, giornalisti, religiosi. Il bilancio totale, fra detenzioni, licenziamenti, epurazioni è di 60 mila persone coinvolte”. Pierluigi Battista sul Corriere riflette sulle dolorose immagini arrivate dopo il golpe turco, con i soldati catturati umiliati dal potere e abbandonati nelle mani della vendetta di strada.
La Convention che incorona Trump. Ieri sera i delegati repubblicani hanno votato il loro candidato alle presidenziali Usa e, come previsto, a sfidare la democratica Hillary Clinton sarà Donald Trump. “Trump – racconta Repubblica in un articolo a firma di Federico Rampini in cui il giornalista descrive le prospettive che la candidatura del magnate aprono sul partito repubblicano – violando il protocollo, ha fatto un ingresso trionfale tra fumo sulle note di ‘We are the champions’ dei Queen per presentare la moglie”.
Prima di Nizza, la sola voce di Israele. “Quando Israele gridava aiuto e lanciava l’allarme per gli attentati suicidi tra i civili, compiuti da fanatici terroristi, gli fu risposto che gli attentatori non erano terroristi ma ‘resistenti all’occupazione’, che se la sbrigasse da sola. Quando Israele metteva l’Europa in guardia dai pericoli dell’’ideologia malata del fanatismo terrorista’, la risposta fu che andavano boicottati i prodotti frutto dell’’occupazione’, che se la sbrigasse da sola”. Così apre l’editoriale di denuncia di Eva Ruth Palmieri pubblicato sul sito di informazione online L’Opinione in merito al trattamento riservato nel recente passato a Israele e agli attacchi terroristici che hanno colpito il paese, nel generalizzato silenzio della comunità internazionale. “Quando le stragi di civili avvennero con le stesse modalità della strage di Nizza, Israele fu lasciata sola. In risposta al silenzio del mondo sui suoi morti Israele ha aperto le sue porte a migliaia di ebrei francesi ed europei, lasciati soli dai propri governi”, scrive Palmieri. “Davanti alla strage di Nizza, – continua l’editoriale – Israele ha dichiarato la propria vicinanza e solidarietà con il popolo francese, ha riaffermato la sua volontà di combattere insieme contro chi vuole annientare la Libertà, la Fratellanza, e l’Uguaglianza. E che il Male si sconfigge solo restando uniti. Trovate le differenze”
Daniel Reichel
(20 luglio 2016)