Setirot – Forza e forzature

jesurumSetirot numero 1 della nuova Presidenza UCEI. Sarò un pochino più lungo, probabilmente più noioso, certamente più “interno”. Me ne scuso fin dʼora.
Intanto i miei più sinceri e calorosi ringraziamenti a Renzo Gattegna, sei stato una eccellente guida e ci hai rappresentati al meglio. Congratulazioni e auguri di cuore a Noemi Di Segni, un affettuoso mazal tov, ne avrai bisogno perché raccogli il testimone in un momento di grandi difficoltà e tensioni di ogni genere. Sapremo o comunque cercheremo di starti vicini. Daremo – spero – contenuto e concretezza alla tua ammirevole volontà di creare un coro che canti la democrazia dellʼebraismo e nellʼebraismo con le sue infinite differenti voci, senza troppi assoli e senza stonature. Ognuno di noi ascolterà la musica che tu dirigerai con le proprie orecchie, e la arrangerà a seconda delle individuali preferenze di repertorio. Ma sarà la tua bacchetta a segnare il tempo. Mi auguro che ciascuno degli orchestranti (tutti noi) dia suggerimenti e giudizi pacati, perché sono la pacatezza, la passione e il confronto a fare la forza. Ed è di forza che abbiamo bisogno. Di forza, non di forzature.
Forza è comporre una Giunta che includa le diverse liste che hanno corso alle elezioni. Forzatura è escludere unicamente Cobi Benatoff (è stato votato più o meno dal 40% degli elettori milanesi). Non entro qui nel merito delle tesi sostenute da Benatoff né darò giudizi sulle scelte future che vorrà fare e che spero non siano di sdegnato (seppur giustificato) disimpegno.
Forza è portare al dialogo posizioni assai lontane tra loro, convincere/costringere a confrontarsi rabbanut e “mangiarabbini”. Forzatura è soggiacere ai diktat di chicchessia, rabbanim compresi.
Forza è fare ogni sforzo possibile, e di più, per osservare e far rispettare la halachà nel dialogo e nellʼapertura. Forzatura è mischiare halachà e politica. O meglio, mischiare “allʼitaliana” halachà e politica. Prendiamo a esempio Israele: in Eretz i rabbini hanno addirittura i propri partiti rappresentati in Parlamento, però affrontano le urne e vengono eletti oppure se ne tornano in yeshivà; da noi tre rappresentanti del rabbinato siedono in Consiglio senza che nessuno li abbia eletti e i loro voti (esercitati) contribuiscono a costruire e disfare maggioranze.
Sintesi di Setirot numero 1 della nuova Presidenza UCEI: per noi ebrei – credo – forza è soprattutto modificarsi nella continuità, con continuità. Così è sempre stato, così vorrei continuasse a essere.

Stefano Jesurum

(21 luglio 2016)