Time out – Il pericolo turco

funaroDato che ciclicamente ci domandiamo perché l’Europa non funziona, quando capiterà in futuro dovremo ricordarci di questi giorni. Le ragioni della Brexit, della crescita dei movimenti antieuropeisti e xenofobi appaiono più comprensibile rispetto alla reazione dell’Europa per ciò che sta accadendo in Turchia. Che il golpe fosse vero o falso è quasi influente. È imbarazzante notare la risposta dei leader europei alla stretta di Erdogan che, con la scusa di ristabilire la democrazia dopo il golpe, ha fatto arrestare in un colpo solo migliaia di persone tra cui giudici, rettori ed insegnanti. Cosa ci saremmo dovuti aspettare? Una reazione più decisa nei confronti di un paese della nostra area politica di riferimento e che nel silenzio dei paesi europei procede nel recidere definitivamente il cordone che legava la Turchia alla democrazia. L’unica che si è espressa in maniera netta è stata la Merkel, che non è più idealista degli altri primi ministri europei, ma che invece è l’unica con caratura da leader che le permette di intervenire nonostante sia ben consapevole del rischio di ripercussioni. Tutti sappiamo che la Turchia è il paese con cui l’Europa ha stretto un accordo per cui in cambio di sei miliardi di euro loro avrebbero fermato i migranti. Sappiamo bene anche che è un paese Nato, determinante per la stabilità dell’area, ma anche la realpolitik ha dei limiti. A rischio è infatti la credibilità della nostra democrazia, non di quella turca; di noi che scambiamo l’interesse della stabilità dell’area con un silenzio complice di massacri e torture. Minacciare di non far entrare la Turchia nell’Unione Europea è una barzelletta, serve invece una risposta vera e coesa dei leader europei che dimostri che la soppressione dei diritti democratici a due passi da casa nostra non è tollerabile. Non perché siamo stupidamente idealisti, ma perché la nostra legittimità politica dipende anche dall’impegno profuso nel difendere i valori in cui diciamo di credere, altrimenti ad essere spazzato via non sarà il regime di Erdogan, ma le stesse istituzioni europee.

Daniel Funaro

(21 luglio 2016)