La presidente Ucei ospite alla diretta Rai
“Auschwitz, le preghiere del papa
portino a fermare l’orrore di oggi

IMG_20160729_091845_edit1“Un momento importante, di silenzio e di preghiera. E il nostro auspicio è che dopo il cuore, dopo le lacrime in memoria del massacro della Shoah, vi sia l’agire, si faccia in modo che l’orrore non si ripeta. Non basta scriverlo o dirlo, bisogna farlo”. L’appello della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, ospite oggi del programma di Rai Uno Unomattina per commentare in diretta la visita di papa Bergoglio ad Auschwitz. La presidente dell’Unione, assieme al presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia, ha sottolineato il valore della decisione del pontefice di mantenere il silenzio e di raccogliersi in solitudine in preghiera nel luogo simbolo della tragedia della Shoah. Gesti emblematici e significativi come quelli del papa, ha proseguito Di Segni, devono essere un messaggio perché da quel luogo di dolore emergano delle domande: “dobbiamo interrogarci sul perché siamo arrivati ad Auschwitz; chi è stato a costruirlo; quali processi decisionali” hanno portato il popolo tedesco ad accettare la logica dello sterminio. Anche la Germania aveva votato democraticamente Hitler, ha ammonito la presidente, ricordando, con uno sguardo al presente, che non basta vivere in una democrazia, bisogna difenderla.
Andare oltre le parole di rito dunque e agire. Un invito richiamato anche da Venezia ma sul fronte della Memoria: “il silenzio del papa è lo stesso silenzio struggente in cui molti ragazzi rimangono dopo aver visitato Auschwitz e ascoltato le parole dei sopravvissuti. I giovani sono ricettivi, eccezionali ma non possiamo affidare solo a loro il compito della Memoria – ha affermato Venezia – Quello che manca è un collegamento tra il mondo politico e questi giovani. In particolare, non bastano i tagli dei nastri, le visite istituzionali del 16 ottobre o del 27 gennaio: l’impegno deve essere un impegno costante, quotidiano, che dura tutto l’anno, non ci sono pause da prendere. A quell’orrore non ci si arrivò all’improvviso. Ad essere rimarcato il valore educativo della Memoria come argine contro l’odio e le derive estremiste.
Ancora sul significato della visita e delle preghiere del papa, la presidente dell’Unione Di Segni ha sottolineato come “le nostre preghiere, la bellezza delle nostre tradizioni devono essere una difesa contro chi distorce la religione, contro chi la strumentalizza e in suo nome porta bandiere di guerra”. Di questo si devono rendere conto anche le grandi platee, ha proseguito Di Segni, parlando ad esempio dell’Onu e rivolgendo il suo sguardo al presente. “Secondo lei il messaggio di Bergoglio viene ascoltato in quelle stanze?”, la domanda dell’intervistatore. “Non abbastanza”.
Sul tema sono intervenuti tra gli altri anche i giornalisti Stefano Polli e Giacomo Galeazzi (nella foto a destra assieme a Noemi Di Segni e Mario Venezia), che hanno sottolineato l’importanza dei gesti concreti portati avanti da Bergoglio e l’impegno di quest’ultimo, così come dei suoi due predecessori Wojtyla e Ratzinger, a costruire ponti con le altre religioni, e in particolare con l’ebraismo, per andare oltre le grandi e dolorose divisioni che hanno segnato il Novecento. Divisioni che oggi si ripresentano in altre forme ma che bisogna combattere in modo concreto, ha evidenziato Galeazzi, facendo un plauso a Di Segni per il messaggio portato avanti sin dalla sua recente elezione.
Significativo in queste ore anche l’impegno della redazione UCEI, intervenuta oggi per inquadrare il significato di questa visita nel corso delle dirette organizzate dal canale televisivo della Cei Tv2000 e dalla Radio Vaticana.

Daniel Reichel

(29 luglio 2016)

(29 luglio 2016)