“Un segnale forte contro l’odio”
“Un segnale forte contro l’odio”. Queste le prime parole con cui il presidente del Congresso Ebraico Mondiale Ronald Lauder commenta la visita di Bergoglio ad Auschwitz-Birkenau. “Pur non essendoci lapidi – scrive Lauder in una nota diffusa alla stampa – è questo il più grande cimitero ebraico e uno dei luoghi più orrendi del mondo. Non pronunciare un discorso durante la visita si è rivelata una scelta opportuna, così come pregare in silenzio insieme a chi oggi con lui, in quei luoghi, rendeva omaggio alla memoria degli uomini, delle donne e dei bambini uccisi nel campo. Auschwitz è un monito permanente di ciò che può accadere quando si consente all’odio di ingigantirsi, quando il mondo rimane in silenzio di fronte al male e guarda dall’altra parte i crimini indicibili che vengono commessi nelle vicinanze”.
Soddisfatto anche l’ex presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana (e Consigliere UCEI) rav Elia Richetti, che si dice colpito, oltre che dal silenzio che ha caratterizzato la visita, anche dalla decisione di Bergoglio di entrare e uscire dal campo a piedi. “Segni di attenzione e rispetto importanti” dice rav Richetti, convinto che la sensibilità dimostrata abbia messo al riparo l’evento odierno “da qualsiasi forma di strumentalizzazione”.
Secondo Lauder, il papa “è uno dei più stretti alleati che gli ebrei hanno oggi nella lotta contro l’antisemitismo, il fanatismo e l’odio”. “Mai nel corso degli ultimi duemila anni – aggiunge Lauder – le relazioni tra di noi sono state così strette. Ringraziamo il papa per essere andato ad Auschwitz. La sua visita invia un segnale importante al mondo perché questo capitolo buio della storia non sia mai dimenticato e la verità su quello che è successo non sia offuscata”.
(29 luglio 2016)